lunedì 30 luglio 2007

Viaggio in Costriera - 1. Sorrento






28.07.2007 ore 05.04 am



Si parte, finalmente. Dopo una nottata insonne e un risveglio traumatico, ho messo le ultime cose in valigia e la mia amica Patty e io siamo partite. Dopo 500 mt ci siamo guardate in faccia e abbiamo optato per una sosta d'obbligo da Desideri, a Monteverde, per una pausa caffè. Non saremmo andate molto avanti senza una dose massiccia di caffeina nel sangue. Ci siamo. Adesso siamo pronte.



Il viaggio fino alla Costiera Amalfitana non è lungo, ma visti le temperature e le previsioni del traffico abbiamo deciso di partire presto. Infatti per colazione siamo già a Sorrento. Parcheggiata la macchina facciamo due passi e ci dirigiamo a Piazza Tasso. Tra i motorini e le macchine che girano, i turisti che sono già in strada e gli abitanti già al lavoro, si capisce che la città si è già svegliata da molto. Facciamo colazione in uno dei bar sulla piazza: classica sfogliatella e mega cappuccino. Accidenti che buono, con una piccola spolverata di cacao in una tazza enorme che conterrà almeno mezzo litro di latte. Siamo pronte per addentrarci nei vicoli affollati di Sorrento.



Le botteghe sono già aperte con tutta la merce esposta. Si vedono limoni e corone di peperoncini appesi: rossi, gialli e verdi. Oltre ai limoni ci sono i cedri, più grandi e aspri e un frutto per me nuovo che si chiama limoncedro. Come dice il nome stesso è il risultato di un innesto fra i due. Sembra che il sapore di questo frutto non sia esaltante ma ne ho assaggiato la marmellata ed è davvero molto buona. In un piccolo negozio di dolci abbiamo comprato dei confetti al peperoncino e altri alla crema di limoni. Dentro ci sono le noccioline. Non so quale mente abbia inventato tale bontà, ma ha tutta la mia gratitudine.



Finito il giro e fatti gli acquisti sono un po' in trepidazione. In realtà il mio unico scopo della sosta a Sorrento era il negozio di essenze profumate. Solo lì ho trovato un essenza alla gardenia che io adoro, ma che purtroppo è introvabile. Che delusione quando ho visto che il negozio/laboratorio è, ormai, quasi inesistente. La parte delle essenze e profumi occupano solo la parte fine del negozio. Le ampolle, che prima erano numerose, si sono ridotte a 5/6. Gli alambicchi non ci sono più. I saponi e gli altri prodotti spariti. Le essenze vendute sono le classiche: lavanda, limone, patchouli e qualche altra. La gardenia non c'è. Non c'è più. Ci sono rimasta male. Per consolarmi ho gustato a lungo la vista splendida che si ha, del mare e della costa, dal belvedere del giardino comunale. Certo guardare lo strapiombo che c'è sotto fa impressione, ma l'odore del mare arriva fino in cima. Quando mi giro verso il giardino vedo che l'attenzione di molti è rivolta verso il ramo di una delle piante che ornano il giardino: c'è un gattino, piccolo, rosso e vivacissimo. Quando scende cerco di attirare la sua attenzione ma si gira, drizza tutto il pelo e mi soffia per avvisarmi che non vuole essere toccato. La prendo come una sfida. Si nasconde tra la piccola siepe e saltella tra i fiori. Lo seguo e ogni tanto allungo la mano. Se esiste il detto "La curiosità uccide il gatto" un motivo ci sarà. Così faccio il gioco del vedo e non vedo: ora mi avvicino e ora lo ignoro. Effettivamente noto che, quando mi allontano, cerca di spiare e fa qualche passo verso di me. E' furbo, ma anche molto molto curioso. Sembra quasi un balletto adesso. Qualche turista si ferma a guardare. Alla fine cede. Si sdraia per terra e io metto una mano sulla sua pancia, mentre muovo le dita che lui mordicchia e cerca di afferrare con le zampine. Non tira mai fuori le unghie. Questo vuol dire che siamo amici ormai. Giochiamo un po', ma poi è ora di andare. Lo saluto con un buffetto. Penso per un attimo di portarmelo a casa. Ma non riparto per tornare subito a casa e non sono attrezzata per il trasporto del gatto in auto. Ma la cosa che mi fa desistere è vederlo felice che salta tra le aiuole del giardino comunale. E' ancora molto piccolo. La sua mamma forse è nei paraggi. E' pulito e ben nutrito. Lui è già a casa sua. Un ultimo buffetto e me ne vado.



Si riparte. La nuova meta è Positano. Optiamo per la strada interna. Meno chilometri ma più curve, niente panorama. Il caldo ci distrugge. Con tutta l'aria condizionata il sole che batte sulla pelle ci tormenta. La strada sembra non finire più. La brezza del mare non arriva fin lassù. Quando cominciamo a scendere e siamo vicino a Positano ci accorgiamo della lunga coda di auto parcheggiate. Si parla di tornare indietro, all'inizio della fila e trovare un parcheggio per poi camminare parecchio. Non si può fare inversione sulla strada della Costiera. Ogni angolo in cui la strada si allarga appena, qualcuno ha pensato bene di lasciarci la sua macchina. Abbiamo già visto Positano in passato. Io ho i miei ricordi: bellissimi. Patty ha i suoi: bellissimi. Basta uno sguardo. La nuova meta è Amalfi. Tra il caldo e le curve, i motorini che tagliano la strada, le moto che fanno le curve col ginocchio a terra come fosse un circuito GP, le auto parcheggiate dove non si potrebbe e i pullman, arriviamo in hotel. E' ora di pranzo. Ci aspetta una doccia rinfrescante, magari anche un panino al volo e poi mare.



To be continued...

Nessun commento: