giovedì 31 gennaio 2008

Inquietudini

A parte il fatto che da ieri il mio umore si è fatto alquanto inquieto, per una serie di eventi che si sono combinati insieme. Non scendo in particolari poichè, mentre alcuni eventi riguardano proprio la mia persona, altri sono legati ad altre e quindi preferisco non parlarne nello specifico.
Comunque già da ieri, con il passare della giornata, il mio umore è peggiorato e è aumentata, esponenzialmente, la sensazione che qualcosa stia per accadere. Purtroppo qualcosa che non sa di buono. Ci sono stati dei momenti in cui questa inquietudine, purtroppo, si è rivelata fondata e, credo, che questo sia uno di quelli.
Altra cosa strana è che oggi ho ricevuto un commento sul mio post precedente "Lentamente muore". Cosa c'è di strano?? E' il commento che io stessa ho scritto ad un post di Cang (Blog "Il muro tra l'inferno e il paradiso") intitolato "Il cielo sta cadendo". La differenza è che nel commento postato a me ci sono alcune frasi evidenziate. Poichè il commento non ha nulla a che vedere con il post che ho scritto si presume che, la persona che lo ha scritto, abbia voluto fare un riferimento personale alla mia persona o alla mia situazione personale. Non mi dilungo oltre sull'accaduto se non per precisare che io non sono "in attesa". Non ho paura di fare domande, anzi, come ho scritto, preferisco avere una risposta negativa che nessuna risposta. Non vivo in attesa del futuro. Ho imparato a vivere il presente, ogni suo istante, perchè è il solo modo per assaporare la vita, perchè "la felicità è un viaggio e non una destinazione".
Detto questo il mio pensiero più profondo oggi va ad una persona che amo molto, che so che sta soffrendo molto. Mi distrugge il pensiero di non potergli dare aiuto, di non poter alleviare l'angoscia e il dolore, l'ansia e la tristezza. Mi dispiace non poter fare di più se non fargli sapere che nei miei pensieri e nella mia vita c'è sempre.

mercoledì 30 gennaio 2008

Lentamente muore

Questa è la poesia con cui Mastella ha fatto il suo intervento il gorno in cui è crollato il governo Prodi, citandola come una poesia di Pablo Neruda. Tutti si sono affrettati a precisare con non era lui l'autore. E' vero. La poesia viene attribuita ad un anonimo, o presumibilmente ad una poetessa brasiliana.
A me questo testo piace molto e, in modo assolutamente indipendente dall'uso e consumo che se ne è fatto, la riporto qui sotto:

Lentamente muore
chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle "i"
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle
che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi e' infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza
per l'incertezza
per inseguire un sogno,
chi non si permette
almeno una volta nella vita
di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna
o della pioggia incessante.

Lentamente muore
chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde
quando gli chiedono
qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo
di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà
al raggiungimento
di una splendida felicita'.

martedì 29 gennaio 2008

Girovagando 2. Orvieto e Bomarzo

Ed eccoci a Orvieto. Si parte dalla stazione prendendo la funicolare. Per i bimbi è come stare sulle giostre e, far capire alla piccola peste che non è possibile fare altri tre o quattro "giretti", non è semplice. La funicolare è stata nel tempo ristrutturata ed è trainata da un sistema ad acqua: un mezzo che ha il sapore di altri tempi. Arrivati al capolinea prendiamo il minibus che ci porta fino alla piazza del Duomo. Qui la vista è da mozzare il fiato: il mezzo arriva sulla piazza spedito, fa scendere i passeggeri e riparte veloce. Appena libera la vista la facciata del Duomo ti appare davanti imponente, ricca di decori, affreschi, colonne e ricami. Grande e possente. Entriamo un po' intimiditi, ma dentro la ricchezza e lo sfarzo svaniscono. Ci sono, certo, dipinti e raffigurazioni, alle pareti come sul soffitto e sui pavimenti, ma quello che impressiona è lo spazio imponente, il vuoto dirompente, rotto solo dalla luce colorata e filtrata dalle splendide e vivaci vetrate alle finestre. Dal fondo, dall'entrata cioè, l'impressione che ho avuto è che quel vuoto ha il suo fulcro nell'altare e la sensazione che ho provato è quella di essere spinta verso di esso. Incredibile davvero!
Usciti dal Duomo siamo entrati, proprio di fronte, al Museo Etrusco, ricco di reperti e di inevitabili racconti della nostra storia.
Girare per le strade di Orvieto è stato davvero piacevole e, mercatini e bimbi in maschera hanno aggiunto tanta allegria.
Non può mancare un assaggio della cucina locale, prima di ripartire (dopo il "giretto" di ritorno in funicolare) per tornare verso casa. Sulla strada decidiamo di fare ancora una sosta. Uscendo ad Attigliano e seguendo le indicazioni si arriva al Parco dei Mostri di Bomarzo. E', per chi non lo conosce, un parco immerso nel verde e tra rivoli e alberi possenti si possono ammirare enormi statue, perfettamente conservate e incastonate nella natura circostante. I giganteschi "Mostri" rappresentano creature mitologiche e non, ma comunque di grande fascino.
Il consiglio è di andarci in primavera o in estate: tra gli alberi, i prati e i mostri si può godere del fresco e passare una giornata intera divertendosi all'interno del parco. In inverno, una volta fatta la passeggiata e visto tutte le statue, il freddo e l'umidità invitano ad andarsene per altri lidi, piuttosto che prolungare la sosta.
Si torna a Roma...finita la gita e anche il we !!!

Intermezzo


Un piccolo inciso per dire che ieri sera, quando sono uscita, 17.30 circa, invece del solito buio pesto, ho trovato un magnifico tramonto. Questo vuol dire che le giornate si stanno veramente allungando e, per una come me che adora solo la bella stagione, è come una iniezione di nuova energia.

lunedì 28 gennaio 2008

Girovagando 1. Siena

Giornata particolare e malinconica oggi. Non mi soffermo in dettagli. Chi ha letto i post precedenti, facendo due conti, capisce il perchè. Non voglio, però, parlare di eventi tristi del passato, ma di gite molto fuori porta.
Finalmente, nonostante le temperature non siano il massimo, ho ripreso le mie uscite del fine settimana. Per quanto mi riguarda ho deciso che l'inverno, e quindi un certo letargo fisico e mentale, è finito già da qualche giorno e ora non rimane che riprendere le attività, dopo il risveglio. Tanto per non affaticarmi, stavolta non mi sono allontanata molto.
Partenza sabato mattina, intorno alle 7.30 am. Destinazione: Siena. L'ho vista già altre volte, ma non importa: una bella città è bella sempre ed ogni volta si carica di emozioni e ricordi nuovi che si mescolano a quelli passati, dando nuove sensazioni. Dirò di più, quando si visita una città per la prima volta, si cerca di vedere più cose possibili: ogni palazzo, ogni chiesa, monumento, piazza. Ci si ferma per le strade, si legge la guida di turno e si passa molto tempo con il naso all'insù, ad ammirare quella facciata del duomo o la torre o il campanile ecc. Quando in una città si torna per la seconda o terza volta il bello è gustarsi il resto: rivedere qualche monumento che ci è rimasto nel cuore e dedicargli ancora qualche attenzione, ma poi concentrarsi sulla gente del posto, sui profumi nelle strade, sulle vetrine che espongo i dolci o i prodotti tipici, gli odori e i dialetti che si possono ascoltare seduti su una panchina, con il viso al sole tiepido di gennaio.
In questa mia terza visita a Siena, la cosa più bella è stata sdraiarmi per terra in mezzo alla piazza del Palio e giocare con mia figlia come quando facciamo a casa, sdraiate sul letto e poi vederla correre da una parte all'altra inseguendo e tormentando i piccioni senesi. E poi ci sono alcuni volti che ho memorizzato: una signora anziana che camminava in strada aiutata da un bastone, ma un il piglio e una fierezza mai vista; un gruppo di ragazzine che sorridono e ridacchiano tra loro in un bar; altri turisti, stranieri e non, intenti ad ascoltare la spiegazione della loro guida, accalcati uno accanto all'altro, di fronte alla magnifica facciata del Duomo; uno scambio rapido di sguardi all'uscita di un negozio, due persone come tante che si incontrano per un secondo e non si rivedranno mai più.
Quando il sole si fa più debole fa troppo freddo per continuare a star sdraiati a terra. E' ora di muoversi e spostarsi verso la tappa successiva, che è Orvieto ........to be continued

mercoledì 23 gennaio 2008

La Luna dei desideri


Ieri sera, dopo la stazione, ti ho visto Luna. Mentre tornavo a casa, ti ho percepita per un attimo, uscendo dal tunnel, prima di attraversare il ponte e arrivare sul Lungotevere. In quell'istante ho visto un sorriso sul tuo volto e, quindi, mi ha sorpreso la tua faccia grande ma malinconica, quando sei riapparsa dietro i palazzi romani.

Ti ho osservata a lungo, mentre ero in coda nel traffico del centro. Grande e bianca, luminosa e incredibilmente affascinante. Eterea e dolce, come nessuna donna potrebbe essere sulla terra.

Non ho resistito e ti ho regalato un segreto. In cambio ti ho chiesto di esaudire un mio desiderio profondo.


L'ultimo semaforo diventa verde. Sono quasi a casa e stai per sparire di nuovo dietro a palazzi troppo alti per vederti affacciata sul mondo.


Se un giorno realizzerai il mio sogno, ti lascerò raccontare il mio segreto alle stelle.

lunedì 14 gennaio 2008

Saturno contro

La spinta è arrivata. Non nuoto ma sono a galla. E' già molto. Sicuramente presto si torna a riva.
Sabato scorso mi è venuto da sorridere quando un'amica mi ha detto che è strano che io sia depressa, perchè dopo aver avuto Saturno contro per ben 2 anni, adesso sono libera. E' un evento (Saturno contro) che si ripeterà solo tra 30 anni. Devo approfittare.
Che dire? Forse a casa mia si è trovato bene e ha deciso di fermarsi un po' di più !!

venerdì 11 gennaio 2008

Un cuore incartato

Mentre sono ancora in apnea, oggi sento che è arrivata una piccola spinta. Forse sarà abbastanza per risalire e riprendere a nuotare.
Non è facile, ma so che questo momento passerà. Mi succede ogni tanto. Da sempre. Credo che sia una specie di buco nero che corrisponde ad una forte mancanza di amore. In realtà l'amore c'è. C'è ogni giorno nella mia vita: da mia figlia, dalle persone speciali che mi sono accanto, dalla mia famiglia, dagli amici. Ma quando sto così è come se tra me e loro ci fosse questo buco nero che inghiotte tutto e non lascia arrivare quel calore fino al mio cuore. E' un po' come se il cuore fosse incartato con un bel foglio di alluminio, che non lascia passare niente. E più ho bisogno di amore e più sento che non arriva. So che tutto questo dipende solo da me e che le persone che mi amano, mi amano sempre e nello stesso modo di sempre. A volte anche di più, se possibile.
Per fortuna tutto questo a volte dura qualche giorno. Altre volte anche meno. Ma comunque poi passa.
Sto risalendo piano. Il buco nero si sta stringendo. Presto starò meglio.
Un grazie speciale a chi non ha smesso di starmi accanto. A volte so che è difficile amarmi. Soprattutto quando sono io stessa che non mi voglio tanto bene.

giovedì 10 gennaio 2008

10 Gennaio 1986

Era il 10 gennaio di 22 anni fa. Ore 21.00 circa. Un uomo esce dal suo posto di lavoro. Ha finito il turno ed è stanco, ma felice perchè sa che sta tornando a casa da sua moglie e dalle sue bambine.
Arrivato alla fermata dell'autobus, proprio mentre sta salendo sul marciapiede, viene investito da un furgone. Colpito alla testa dallo specchietto sporgente. Solo questo basta per farlo cadere a terra. Il conducente sbanda ancora e fugge. Lascia l'uomo a terra. Lui viene soccorso dai colleghi che hanno visto tutto da lontano, ma non basta. 18 giorni di agonia e di coma.
Basta questo per farlo morire. Ucciso da uno sconosciuto.
Era il 10 gennaio di 22 anni fa. La mia vita e quella della mia famiglia è cambiata per sempre. Tutto è cominciato o finito lì. Non ho mai smesso di chiedermi perchè. Perchè proprio lui. Perchè proprio a me. Perchè il conducente è scappato via. Poteva forse rimanere. Lui sarebbe morto comunque, ma forse io saprei il perchè. Perchè il conducente era ubriaco. Perchè era stanco. O forse disperato.
Era il 10 gennaio di 22 anni fa. Io avevo 13 anni. Ore 07.30 am. Mio padre mi accompagna alla fermata dell'autobus per andare a scuola.
E' l'ultima volta che l'ho visto. Vivo.

martedì 8 gennaio 2008

Sottovuoto

Oggi non è una buona giornata. Niente di nuovamente tragico all'orizzonte, ma non mi sento bene. Pensavo che la malinconia, che aumenta durante le feste natalizie, fosse ormai sparita. E, invece, stamattina, uscendo di casa, insieme ad una insolita nebbia romana, mi ha avvolto una tristezza morbida. Mi sento come se fossi dentro ad una bolla d'acqua, o dentro ad un barattolo di vetro: sottovuoto. Vedo e sento tutto di ciò che mi gira intorno, ma ne percepisco solo i suoni e gli odori. Non sento il sapore, non percepisco l'essenza. Tutto rimbalza sul vetro.
Questa specie di sensazione fluttuante mi ha fatto ricordare un episodio non felice della mia vita. Quando avevo circa 17 /18 anni ero al mare con degli amici e siamo andati a fare il bagno a largo. Quando mi sono voltata verso la spiaggia per tornare indietro, l'ho vista irrimediabilmente distante e presa dal panico sono scesa sott'acqua. Stavo annegando. Non so quale forza mi abbia spinto, ma in un istante ho ripreso lucidità e sono risalita. Ho iniziato a nuotare con una rabbia che non conoscevo e, una volta arrivata sul bagnasciuga, mi sono seduta. Sola e stremata dal panico e dalla fatica, dalla rabbia e dalla forza del mare. Sono sempre andata fiera di questo episodio perchè mi ha sempre ricordato che posso essere forte. Molto forte, anche se sono sicura che per un attimo non sono stata sola, lì in mezzo al mare. Sott'acqua.
Stamattina mentre ci pensavo ho sentito tutta la stanchezza di quel giorno. Tutta la stanchezza della mia vita. Ho avuto paura perchè ho pensato che, se mi accadesse la stessa cosa in questo preciso momento, mi lascerei andare. Non spingerei e non nuoterei. Per una volta smetterei di lottare.
Consapevolmente e con la stessa lucidità di quel momento.

giovedì 3 gennaio 2008

Una canzone per te

Se fossi capace di leggere e scrivere musica questa sarebbe una canzone per te. Ma so solo scrivere le parole. La musica è nella mia testa, ma non importa perchè ognuno di noi può cantarla accompagnandola con la musica che ha nel cuore:

Sentire piano
come non ho fatto mai
il tuo profumo
anche quando non ci sei
parlare al mondo
dei tuoi occhi dolci
e dire a tutti
che sei la mia vita
urlare al vento
che ti amo
come non ho fatto ancora
sentire forte
quel sapore unico
e respirare respirare te
ogni tuo passo e
ogni tuo gesto e
ogni momento
Amami ancora
non andare via
amami ancora e
non lasciarmi andare via