martedì 31 luglio 2007

Viaggio in Costiera 3 - Vietri sul Mare

Al risveglio, dopo i 490 scalini, le gambe facevano qancora un po' male. Si fa la valigia e si fa colazione. La colazione è molto ricca ma il bello è che viene servita su una terrazza con vista mozzafiato sul mare. C'è un po' di foschia. Incredibile, ma la poca luce che filtra rende tutto più affascinante e da una luminosità particolare.
Si parte di nuovo e, dopo molte curve, strapiombi e paesaggi incantevoli, si arriva a Vietri sul mare. Certo parcheggiare qui è un vero problema, ma alla fine ci riusciamo e ci inoltriamo a piedi verso il centro. I negozi di ceramiche si susseguono, uno accanto all'altro. I prodotti, con rare eccezioni, sono più o meno tutti uguali. Giriamo un po' e alla fine, in una stradina secondaria troviamo una piccola bottega: "Ceramica artistica De Santo" (Via D.Taiani,7). L'omino che ci trovate è veramente gentile, le ceramiche sono molto belle. Ci spiega che è sua figlia a farle e a dedicarsi a questa attività. Lui, invece, sta al negozio. I prezzi sono davvero buoni. Ci racconta che quest'anno non è stato buono per la Costiera. I turisti, e quindi gli acquirenti, non sono stati molti. Con rammarico, ma proprio perchè è un'azienda familiare che vive di questo, hanno deciso di abbassare i prezzi. Non molti avrebbero fatto questa scelta. Si dilunga ancora a raccontarci il lavoro e l'impegno che un'arte come questa richiede.
Quando vado fuori per vacanza o per lavoro, di solito compro dei regalini per le persone care e niente per me. Stavolta non ho resistito. Oltre a delle enormi tazze da colazione con dei colori splendidi per mia sorella e il resto della famiglia, ho finalmente preso il servizio di piatti che volevo tanto. Ho scelto tutti colori diversi, abbinabili tra loro. Quando userò questo servizio ogni commensale avrà i piatti della stessa fantasia, ma di colore diverso, oppure avrà tutti e tre i piatti di colore diverso ma abbinati con quelli degli altri.
Al di là della spesa è stato un incontro davvero piacevole.
Dopo gli acquisti e ancora un giro in centro ci siamo rinfrescate con un buon gelato. Con dispiacere nel lasciare un posto così bello come la Costiera Amalfitana, siamo risalite in macchina e siamo tornate a casa.
The end.

lunedì 30 luglio 2007

Viaggio in Costiera - 2. Amalfi




Arrivate ad Amalfi una bella doccia fresca ci voleva, ma se avessimo saputo quello che ci aspettava dopo, potevamo anche non farla. Chiediamo alla reception il punto MIGLIORE, e sottolineo "migliore" per scendere a mare. Risposta: "100 metri in salita e trovate l'ascensore e gli scalini per scendere"


Ore 14.00. Temperatura 39 gradi circa, asfalto bollente. Usciamo dall'hotel e ci incamminiamo. Quando arriviamo al punto indicato chiediamo per l'ascensore e scopriamo essere incassato nella roccia. Non se ne parla nemmeno. Optiamo per le scale. 490 scalini. Dico: 490 scalini. Arriviamo giù a dir poco accaldate. Bagno in mare e un panino per fermare lo stomaco. Poi di nuovo bagni a non finire. Sotto i raggi del sole quasi non si resisteva. L'unico mezzo di sopravvivenza era il completo ammollo nell'acqua. Quando verso le 17 il sole è sparito dietro la rupe altissima alle nostre spalle tutto ha preso un colore e un aspetto diverso. Senza il sole cocente addosso, anche la spiaggia rocciosa sotto ai piedi è diventata piacevole. Il mare, che prima aveva un colore verde smeraldo, è diventato più scuro ma anche più intenso. Profumato. L'acqua sembrava quasi vellutata. Fare il bagno verso sera, in quell'atmosfera è stato come un massaggio vellutato, morbido, come la carezza di un amante. Mi risveglio dal sogno e mi accorgo che gli ombrelloni sono stati tutti chiusi e i lettini tolti. E' rimasto solo il nostro. Mi forzo per uscire da quell'acqua. Mi asciugo e mi vesto. Ci prepariamo a risalire le scale. Accidenti che fatica. Mi sono accorta che forse sono un po' fuori forma. Mi manca un po' il fiato, ma reggo abbastanza bene. Certo che questa faticaccia l'avrei evitata volentieri (oggi mi fanno ancora male i polpacci e non è mai stato tanto difficile scendere le scale di casa), ma è valsa la pena.


Il tempo di ristorarsi con una bella doccia, ci prepariamo per il centro di Amalfi. Per una cena da gustare fino in fondo. Penso che i sapori si uniscano inevitabilemente ai colori e ai profumi dei luoghi che si visitano. Il tutto fa del viaggio un esperienza meravigliosa, o meno, a seconda di quello che si è trovato. La passeggiata in centro ci ha portato ad esplorare vicoli e vicoletti, ricchi di botteghe artigiane, di trionfi di prodotti locali, ceste colme di limoni e frutta, corone di peperoncini e buste di spezie. Colori sgargianti e profumi invadono le strade. Sì, profumi. Anche il profumo di un ottimo fritto ci raggiunge e ci ricorda che è ora di appagare la gola e lo stomaco. La scelta del ristorante si è rivelata ottima. Piatti saporiti e curati nei dettagli. Sapori vecchi e nuovi che si sposano con originalità. La serata finisce con un ultimo giretto prima di tornare in albergo per il meritato riposo.
To be continued...

Viaggio in Costriera - 1. Sorrento






28.07.2007 ore 05.04 am



Si parte, finalmente. Dopo una nottata insonne e un risveglio traumatico, ho messo le ultime cose in valigia e la mia amica Patty e io siamo partite. Dopo 500 mt ci siamo guardate in faccia e abbiamo optato per una sosta d'obbligo da Desideri, a Monteverde, per una pausa caffè. Non saremmo andate molto avanti senza una dose massiccia di caffeina nel sangue. Ci siamo. Adesso siamo pronte.



Il viaggio fino alla Costiera Amalfitana non è lungo, ma visti le temperature e le previsioni del traffico abbiamo deciso di partire presto. Infatti per colazione siamo già a Sorrento. Parcheggiata la macchina facciamo due passi e ci dirigiamo a Piazza Tasso. Tra i motorini e le macchine che girano, i turisti che sono già in strada e gli abitanti già al lavoro, si capisce che la città si è già svegliata da molto. Facciamo colazione in uno dei bar sulla piazza: classica sfogliatella e mega cappuccino. Accidenti che buono, con una piccola spolverata di cacao in una tazza enorme che conterrà almeno mezzo litro di latte. Siamo pronte per addentrarci nei vicoli affollati di Sorrento.



Le botteghe sono già aperte con tutta la merce esposta. Si vedono limoni e corone di peperoncini appesi: rossi, gialli e verdi. Oltre ai limoni ci sono i cedri, più grandi e aspri e un frutto per me nuovo che si chiama limoncedro. Come dice il nome stesso è il risultato di un innesto fra i due. Sembra che il sapore di questo frutto non sia esaltante ma ne ho assaggiato la marmellata ed è davvero molto buona. In un piccolo negozio di dolci abbiamo comprato dei confetti al peperoncino e altri alla crema di limoni. Dentro ci sono le noccioline. Non so quale mente abbia inventato tale bontà, ma ha tutta la mia gratitudine.



Finito il giro e fatti gli acquisti sono un po' in trepidazione. In realtà il mio unico scopo della sosta a Sorrento era il negozio di essenze profumate. Solo lì ho trovato un essenza alla gardenia che io adoro, ma che purtroppo è introvabile. Che delusione quando ho visto che il negozio/laboratorio è, ormai, quasi inesistente. La parte delle essenze e profumi occupano solo la parte fine del negozio. Le ampolle, che prima erano numerose, si sono ridotte a 5/6. Gli alambicchi non ci sono più. I saponi e gli altri prodotti spariti. Le essenze vendute sono le classiche: lavanda, limone, patchouli e qualche altra. La gardenia non c'è. Non c'è più. Ci sono rimasta male. Per consolarmi ho gustato a lungo la vista splendida che si ha, del mare e della costa, dal belvedere del giardino comunale. Certo guardare lo strapiombo che c'è sotto fa impressione, ma l'odore del mare arriva fino in cima. Quando mi giro verso il giardino vedo che l'attenzione di molti è rivolta verso il ramo di una delle piante che ornano il giardino: c'è un gattino, piccolo, rosso e vivacissimo. Quando scende cerco di attirare la sua attenzione ma si gira, drizza tutto il pelo e mi soffia per avvisarmi che non vuole essere toccato. La prendo come una sfida. Si nasconde tra la piccola siepe e saltella tra i fiori. Lo seguo e ogni tanto allungo la mano. Se esiste il detto "La curiosità uccide il gatto" un motivo ci sarà. Così faccio il gioco del vedo e non vedo: ora mi avvicino e ora lo ignoro. Effettivamente noto che, quando mi allontano, cerca di spiare e fa qualche passo verso di me. E' furbo, ma anche molto molto curioso. Sembra quasi un balletto adesso. Qualche turista si ferma a guardare. Alla fine cede. Si sdraia per terra e io metto una mano sulla sua pancia, mentre muovo le dita che lui mordicchia e cerca di afferrare con le zampine. Non tira mai fuori le unghie. Questo vuol dire che siamo amici ormai. Giochiamo un po', ma poi è ora di andare. Lo saluto con un buffetto. Penso per un attimo di portarmelo a casa. Ma non riparto per tornare subito a casa e non sono attrezzata per il trasporto del gatto in auto. Ma la cosa che mi fa desistere è vederlo felice che salta tra le aiuole del giardino comunale. E' ancora molto piccolo. La sua mamma forse è nei paraggi. E' pulito e ben nutrito. Lui è già a casa sua. Un ultimo buffetto e me ne vado.



Si riparte. La nuova meta è Positano. Optiamo per la strada interna. Meno chilometri ma più curve, niente panorama. Il caldo ci distrugge. Con tutta l'aria condizionata il sole che batte sulla pelle ci tormenta. La strada sembra non finire più. La brezza del mare non arriva fin lassù. Quando cominciamo a scendere e siamo vicino a Positano ci accorgiamo della lunga coda di auto parcheggiate. Si parla di tornare indietro, all'inizio della fila e trovare un parcheggio per poi camminare parecchio. Non si può fare inversione sulla strada della Costiera. Ogni angolo in cui la strada si allarga appena, qualcuno ha pensato bene di lasciarci la sua macchina. Abbiamo già visto Positano in passato. Io ho i miei ricordi: bellissimi. Patty ha i suoi: bellissimi. Basta uno sguardo. La nuova meta è Amalfi. Tra il caldo e le curve, i motorini che tagliano la strada, le moto che fanno le curve col ginocchio a terra come fosse un circuito GP, le auto parcheggiate dove non si potrebbe e i pullman, arriviamo in hotel. E' ora di pranzo. Ci aspetta una doccia rinfrescante, magari anche un panino al volo e poi mare.



To be continued...

giovedì 26 luglio 2007

Giulietta e Romeo - Revised





In un giorno un po' lontano


sono entrata di nascosto


piano piano in un bosco


che descrivere non so




Era grande e fitto fitto


luminoso e colorato


Ho il sospetto, lo sapete,


che fosse anche incantato




Si racconta che una fata


che di nome fa Giulietta


che si era innamorata


fece proprio una magia




Lei voleva trasformare


tutto il bosco e tutto intorno


in un posto assai speciale


Una formula bastò ed il bosco si incantò




E' felice lì nel bosco


la fatina con Romeo


che, da ranocchio in principino,


a suo tempo trasformò

martedì 24 luglio 2007

L'amore che non c'è


Quando si cresce senza l'amore dei genitori, anche senza l'amore di uno dei due, si forma un buco nel cuore. Non importa il motivo. Può accadere che un imbecille investa tuo padre mentre sta tornando a casa dal lavoro e poi se la dia a gambe lasciando lì, fregandosene del fatto che quell'uomo non rivedrà più le sue figlie. Può accadere, invece, che un'altro imbecille non si renda conto di avere una figlia e del bisogno di amore che lei ha. Della sua fragilità. Lui non sa che il male che le fa oggi lascerà il segno per sempre.

Non importa perchè l'amore di un padre non arrivi più al cuore di sua figlia. Il fatto è che la sofferenza, questo tipo di sofferenza, non ha limite. Te lo porti sempre dentro. E ti fa male sempre.

Purtroppo non si può insegnare ad amare. Un figlio o lo ami o non lo ami. O lo vuoi o non lo vuoi. E se non lo ami niente e nessuno potrà compensare quello che non gli hai dato. Non puoi colmare il buco che si forma. Niente può. Niente è abbastanza.

Nemmeno l'amore di una madre.

lunedì 23 luglio 2007

Rabbia e dolore


Non posso scrivere questo post. Le lacrime mi graffiano il viso di rabbia. Non posso dire perchè. Quello che scriverei sarebbe probabilmente cancellato da chi provvede che quanto pubblicato non sia offensivo e volgare (sempre che ci sia qualcuno che si occupi di questo).

Non posso esprimermi come vorrei perchè quello che ho dentro adesso non si può descrivere se non con parole pesanti. E forse non è giusto per chi legge.

L'immagine che inserisco non è perfetta rispetto a quello che sento, ma in parte può rendere l'idea.

venerdì 20 luglio 2007

Chi trova un amico....


E' proprio vero: chi trova un amico trova un tesoro. In un periodo che, si è ormai capito, non è il massimo per la mia vita, ho trovato molte persone che mi sono state e mi sono tutt'ora vicine.

Solo alcune sono rimaste nella bufera. Quelle che io armai chiamo "vecchie conoscenze" sono le persone che ho considerato amici per anni, ma che nel momento di difficoltà si sono elegantemente defilate. Sono quelli che, se mai ti venisse l'idea di chiedergli il perchè, ti risponderebbero che pensavano che volessi stare da sola (te l'immagini uno che è angosciato e disperato e ha tanta voglia di affliggersi da solo?!). Sono quelli che quando c'era da vedersi a casa o fuori per cena erano sempre pronti. I primi ad arrivare. Ma sono anche quelli che ti voltano le spalle, che hanno un progetto con te e quando vedono che tu non ce la fai perchè hai problemi più gravi pensano bene di lasciarti dove ti sei incagliata e proseguire con un'altra barca.

Ma non li odio. Sono persone con cui ho passato tanti bei momenti, tante risate e tante cose belle. Pazienza. Fanno ormai parte del passato. I ricordi, come le persone che ne fanno parte. Sono persone alle quali ho voluto e voglio bene ancora oggi. E anche se io su quella barca non ci sono più, spero sempre che non vada mai alla deriva, ma che navighi a vele spiegate.


Poi ci sono le persone "roccia". Sono gli amici storici. Sono pochi, ma sono quelli che non ti abbandonano mai. Quelli che puoi sentire mille volte al giorno o una volta al mese, ma sai che in qualunque situazione ci sono sempre. qualcuno ti ascolta, qualcuno ti coccola, qualcuno ti rimbambisce di chiacchiere, altri guardano con te un bel film alla tv. Ognuno ha il suo modo per starti vicino e per farti sapere che c'è. Un amico non deve fare i salti mortali. Basta veramente poco per farti stare meglio. Per farti sentire meno sola.


La cosa bella, quella che mi fa sentire bene e sperare, che mi da la forza per andare avanti è che al mondo ci sono tante persone che entrano nella tua vita proprio quando sei nella tempesta. Se uno ci pensa sono persone coraggiose, che non si fanno e non ti fanno domande su come sei finita nei guai. Su cosa ti fa stare male e su cosa ti fa piangere la notte. Sono quelle persone che non ti conoscono ma si inventano un modo per strapparti un sorriso.


So che mi sono dilungata molto. Il succo è che voglio dire GRAZIE.

Grazie a chi c'è da sempre e non è scappato. A chi è entrato da poco nella mia vita. A chi non andrà mai via dal mio cuore e a chi è di passaggio. Ognuno di voi, insieme ad una foto o ad un semplice fiore, mi regala sempre un sorriso.

mercoledì 18 luglio 2007

Nonostante tutto

Il buon umore regge. E regge bene. Non è un entusiasmo passeggero. Piano piano sto riprendendo i fili della mia vita e li sto rimettendo insieme....ma per una stoffa nuova. Più bella e più curata, anche nei dettagli.
La voglia di vivere che ho addosso mi entusiasma anche e soprattutto per le piccole cose. Sto organizzando un week-end tra amiche sulla Costiera Amalfitana. Io la adoro. Ne amo gli odori e i sapori. I colori e la gente del posto. Non vedo l'ora di partire. Voglio godermi ogni paesaggio, vecchio e nuovo. Ogni persona che incontro e ogni dettaglio.
La vita è bella. Nonostante tutto.
La mia amica dice che sono pazza, perchè neanche ho deciso dipartire che già ho mandato richieste per prenotare, stampato le mappe, calcolato le spese e fatto un fitto programma di cose da fare e da vedere. Ma che ci posso fare. Io sono fatta così!

martedì 17 luglio 2007

Sogni


Ho fatto un sogno. E' un evento che io lo ricordi, perchè li dimentico sistematicamente. E, per le sensazioni che mi ha lasciato e per il sogno in sè, so che è un sogno che anticipa un evento. So che è strano e molti non ci crederanno, ma è così. Non è sempre accaduto nella mia vita, ma da un particolare momento in poi ho smesso di ricordare i sogni, eccetto quelli che preannunciavano un avvenimento reale. Non sempre sono stati bei sogno e il "preannunciare" non vuol dire vedere quello che accadrà per filo e per segno, ma è l'interpretazione che do e soprattutto le sensazioni che il sogno mi lascia che fanno il resto.

Il sogno che ho fatto, finalmente e fortunatamente, sono certa essere presagio di qualcosa di buono. E' accaduto due giorni fa e sento ancora addosso la sensazione di tranquillità che il sogno mi ha lasciato. Presto ci sarà qualcosa di buono!

giovedì 12 luglio 2007

Racconti d'estate 3 - Curzio

A volte uno si chiede come nascono le favole, le storie di fantasia e i racconti, brevi o meno, che si leggono sui quotidiani, nei libri e nei blog. Nascono così: mentre scrivevo il post precedente, parlando di tane e animali, si è accesa una lampadina ed ecco partita la storia.
Curzio è un orsetto marsicano,molto buffo. Zampetta nel bosco con un'andatura lenta e morbida. E' caldo anche nel bosco e, con tutto quel pelo, il riparo degli alberi non porta sollievo. L'afa rallenta ancora di più i suoi movimenti e quasi gongola mentre si inoltra nella boscaglia, fitta e verde.
Curzio è solo un cucciolo e sicuramente mamma orsa lo sta cercando, ma lui è deciso a fare un giretto tutto solo, forse vuol dimostrare di essere diventato grande. Si addentra dove i cespugli coprono i sentieri. Annusa la terra, come in cerca di qualcosa. Prosegue sulla linea di un tronco e tira su la testa per assaporare l'aria. Qualche raggio di sole che filtra dai rami fitti degli alberi illumina il bel pelo e ne fa riflessi quasi ramati. Ha un musetto dolce e adesso ha un espressione di curiosità. Forse ha captato qualcosa di veramente interessante con quel tartufone che si ritrova al posto del naso. Cammina ancora, annusa ancora.
Quasi affretta il passo. Deve, effettivamente, aver fiutato quello che cercava. Continua il suo cammino, adesso è più deciso, quasi veloce. Quando si apre una piccola radura si vede un corso d'acqua che scorre veloce. Se non fossi stata distratta da Curzio ne avrei sentito il rumore. Curzio temporeggia un po' sulla riva. Punta qualcosa nell'acqua. Osserva. Saltella prima su un piede e poi sull'altro. Come fosse impaziente. Indeciso. All'improvviso si tuffa. Si alza e si ributta nel fiumiciattolo. Si gira e si rigira. Si gode finalmente un po' di frescura.
Dietro un cespuglio non troppo fitto, si intuisce un ombra. E' la mamma di Curzio. Sembra spiare il suo cucciolo. Quando pensa che si sia divertito abbastanza, spunta fuori in tutta la sua mole. E' enorme, ma quello che a noi sembra minaccioso fa saltare di gioia il piccolo Curzio. La mamma lo raggiunge nell'acqua. Quando lei è abbastanza vicina Curzio si blocca. Ha forse paura di un rimprovero. Lei è ora a un passo. Avvicina il muso e da un colpetto sul naso del piccolo, come fosse un buffetto. Curzio fa un saltello e muove il sederotto. Se fosse un cane, starebbe scodinzolando. E' più felice ora che la sua mamma fa il bagno con lui.
Dopo tutto c'è tempo per crescere e girare la foresta in solitudine.

Solo l'amore cura il dolore. A volte

Solo l'amore cura il dolore.
Ieri, dopo una giornata in giro per Roma, sono scappata da mia sorella. Avevo bisogno di amore. In qualunque forma, purchè fosse amore. Purchè fosse amore sincero, incondizionato. Quando scappo da lei è perchè so che lì sono al sicuro. Quando non resisto, mi sento come un animale spaventato. Allora scappo nella tana. Mia sorella e le mie amiche più care sono la mia tana. Ieri sera sono andata da lei e stasera una mia amica viene a casa mia.
Anche casa mia è una tana. E quando mi sento in pericolo, preferisco non uscire. Mi curerò ancora le ferite.
Ma, solo l'amore cura il dolore. A volte.

Il tempo e il dolore

Ci sono alcune ferite che non si rimarginano mai.
Puoi non pensarci, puoi non vederle, ma all'improvviso senti il dolore. Forte. Come se non fosse passato nemmeno un giorno da quando ti sei fatta male.
Anzi, a volte, il dolore rinnovato è ancora più forte. Forse perchè non te lo aspetti. Forse perchè ti sei illusa che il tempo abbia portato via il male.
Poi ti accorgi che così non è. E non hai difese.

martedì 10 luglio 2007

Un po' di pace e un po' di sosta

Non tutti i giorni ci sono i fuochi d'artificio. Ci sono giornate che passano così. Tante cose da fare, ma tutta routine. Sarà che mi sono abituata a ritmi troppo frenetici, della serie "senza pace e senza sosta", ma quando proprio non accade nulla di particolare mi sembra di aver perso tempo. Dovrei, invece, imparare ad apprezzare anche queste giornate. Trovare un po' di pace e un po' di sosta non è una cosa negativa. Non vuol dire che il mondo si è fermato. Soprattutto, non si ferma la mia vita. Va avanti e so che presto ci saranno cose belle da raccontare !!

lunedì 9 luglio 2007

Misteri

Non so se per tutti è così, ma nel mio passato ci sono stati momenti di mistero. Cose che accadono e che non saprei spiegare. Per non rimanere troppo sul vago, è come fare un sogno che ti preannuncia qualcosa che poi accade veramente.
Non sempre è stato per qualcosa di buono. Ma i dettagli sono irrilevanti e profondamente personali. In realtà la riflessione che volevo fare è sul potere del bene e del male. Io ho sempre evitato i maghi e gli pseudo stregoni che ormai si trovano ovunque (tv, internet, giornali ecc).
Sono dell'idea che ognuno sia libero di fare ciò che vuole, ma non approvo e non condivido. Sono credente (anche qui i dettagli sul tipo di religione sono irrilevanti), ma non praticante e decisamente scettica su alcuni principi della mia stessa religione, ma sono profondamente convinta che "qualcosa c'è" e che il bene che ne deriva, a volte, ha un potere straordinario. Ma allora perchè non credere che, perchè esista il bene, deve necessariamente esistere anche il male, in tutte le sue forme. Non scendo nei paricolari. E' solo uno spunto improvviso di riflessione. Forse approfondirò in futuro. Quello che penso, anzi che ho provato a mie spese, è che, come il bene e l'amore assoluto possono cambiare la vita di ognuno di noi, nostro malgrato anche il male, altrettanto vero e potente, può, purtroppo, fare lo stesso.

Racconti d'estate 2 - Gedeone

Era un po' che volevo far conoscere la mia amica alla mia unica e mitica sorellona. Sabato ho organizzato un incontro. Eravamo noi tre e una marea di bambini tra nipoti, amici ecc. Forse non erano poi così tanti, ma dal terremoto che ci girava intorno sembrava di stare in mezzo alla "carica dei 101".
Tenerli buoni non è facile. Puoi giocare a nascondino, ma quando hai superato i 30 anni, chissà com'è corrono tutti, inevitabilmente, più di te. Soprattutto se hai passato le ultime due ore a spingere il trattore, salvare il tuo cane dalle grinfie dei pargoli, evitare il disboscamento del giardino tanto curato dai tuoi zii (per fortuna momentaneamente in vacanza), corso a perdifiato per acchiappare prima uno e poi l'altro, illudendoti di afferrarne uno e fargli vedere che non sei una zia mollacciona (ovviamente senza successo!).
Mentre mia sorella e la mia amica parlavano amabilmente e preparavano la cena, io avevo quasi perso le speranze di uscirne viva. Mi chiedevo come avrei fatto a finire la serata senza danni permanenti nel corpo e, soprattutto, nell'orgoglio.
Per fortuna, dopo cena, quando i piccoli killer avevano riconquistato energia (semmai l'avessero persa) e io temevo, ormai, di non poter sopravvivere oltre, è arrivato Gedeone. E' stato la mia salvezza. Non l'avevo visto arrivando. Presa dalle presentazioni e dall'orda di pargoli impazzita, non avevo notato che se ne stava lì, immobile, silenzoso e pensieroso.
Appena ho visto i "guerrieri" riprendere le armi per ricominciare la battaglia, li ho fermati subito. Gedeone non poteva essere disturbato. Incredibile l'effetto che Gedeone ha avuto, immediatamente, sui bambini. Fermi, immobili. In silenzio. Ho colto l'attimo e ho iniziato a raccontare loro la sua storia. Gedeone, infatti, è una creatura non certo rara, ma singolarmente interessante e, come tutti noi, ha avuto le sue vicissitudini. Quando era molto piccolo ha rischiato molte volte di morire in battaglia e, se ciò non è avvenuto, è stato solo per la forza ed il coraggio che ha sempre avuto. Oltre ad essere un gran lottatore e a conquistarsi ogni giorno il suo pasto, Gedeone ha anche delle doti non poi così nascoste. Le sue opere di tela le puoi trovare ovunque. Non hai bisogno di andare in un museo. Basta guardare bene nei giardini, tra gli alberi o i fiori, accanto al pozzo dell'acqua. A volte anche in casa. Anche se Gedeone non è un esibizionista e, nella sua umiltà, le opere migliori le tiene in cantina. Gedeone ha anche una dolce compagna, che è una ricamatrice eccezionale. I disegni che sa intrecciare sono ogni volta unici e inconfondibili.
I bambini mi guardano. Sono affascinati, ma non ho ancora convinto i più furbi. Qui ci vuole un po' di fantasia.
Gedeone è un principe. (Alle bimbe si illuminano gli occhi). Sulla schiena ha una croce. Un segno importante. Lo distingue dagli altri che non ce l'hanno. E tutti sanno che lui è il capo, la guida. Il principe regnante e nessuno è più forte e importante di lui. Gedeone e la sua principessa, però, non amano la vita mondana. Non organizzano balli e feste. Si dice, però, che ogni tanto qualcuno vada a trovarli e, forse perchè affascinato dall'ospitalità, rimanga colpito dalla "rete" di accoglienza e non ne esca più.
Ma queste sono solo leggende. Gedeone è così timido ed è per questo che non vuole essere disturbato e, a qualche impertinente che insiste per toccarlo, gli dico di avvicinarsi e provare a salutarlo. Fatto qualche passo ed allungata la mano Gedeone scappa come una furia e non esce più!
I bambini si sono calmati, Gedeone è andato a dormire. E' ora di tornare a casa anche per noi.
Solo Anna, la mia dolce nipotina è ancora perplessa e un po' spaventata. Mia sorella mi guarda di traverso e con lo sguardo mi rimprovera per averla agitata. Allora prendo Anna in braccio e le dico che Gedeone è buono e conosce i segreti di tutti i bambini. Lui sa che lei ha paura delle mosche ed è per questo che quando lo vanno a trovare non le lascia andare più via.
Mi guarda con quel visino delicato, da vera principessa. Si apre un dolcissimo sorriso.
E adesso, tutti a nanna.

venerdì 6 luglio 2007

Dormito!!

Ho Dormito!! E ho dormito tutta la notte. Incredibile. Non accadeva da un tempo infinito. Ieri sera ero stanca da morire, ma non più di tante altre volte, ma, contrariamente alle altre volte, sono andata a letto e dopo poco mi sono addormentata. E ho dormito tutta la notte. Per me è un vero evento. La mia media è ormai (parlo ancora al presente perchè lo ritengo un caso del tutto isolato) di 3 ore al massimo.
Come mi sento? Nervosa e tesa. Ma non dipende dalla dormita straordinaria. Lo ero anche ieri e gli altri giorni. Lo sono perchè mi manca "qualcuno" che mi accarezzi il cuore e l'anima. Però, nonostante questo mi sento forte. Non mi arrendo. Non posso. Anche se volessi, c'è qualcosa che mi spinge avanti. Non so fin dove arriverò. Ma non importa adesso. Come ho scritto sul post di ieri, la felicità è un viaggio, non una destinazione.

giovedì 5 luglio 2007

La felicità 2

Dopo aver scritto l'ultimo post, stamattina...per caso vagando tra i blog ho trovato questo:

HAPPINESS IS A JOURNEY, NOT A DESTINATION.
So, work like you don't need the money,
love like you've never been hurt,
and dance like no one's watching!!

La felicità

La felicità esiste.
Eccome se esiste. Il problema è che la felicità è uno stato d'animo che si conosce poco. Se ne parla poco e sempre in termini molto generali. Molti di noi la confondono con i soldi, altri con il potere, con l'avere, con il possesso. Spesso con la serenità, con le giornate che scorrono senza problemi.
La felicità, secondo me, è poter parlare al cuore. Aprirsi senza nascondersi. Raccontare i sentimenti e i desideri più intimi senza avere paura di chi ti sta davanti. Senza avere il minimo sospetto che chi ti ascolta possa capire altro da quello che tu vuoi dire.
La felicità sta nello sfiorarsi delicato di due anime. Nella certezza che quello che hai è unico. Inviolabilmente TUO.
In un abbraccio che lascia cadere una lacrima.
In una lacrima che ne accompagna altre.

mercoledì 4 luglio 2007

Dopo il caffè

Eccomi! Dopo il caffè il mondo sembra più nitido.
Giornata uggiosa. Calda e umida. Il cielo sembra quasi quello africano nelle giornate coperte. L'aria è pesante e credo che tra poco verrà a piovere. Notte insonne. Ma c'era da aspettarselo. I pensieri sono sempre tanti e quando sei "in attesa" di qualcosa o di qualcuno, l'insonnia diventa inevitabile. Ti giri e scacci i pensieri. Quelli cattivi, ma anche quelli buoni che a volte ti fanno dormire anche meno degli altri. Immagini e speri su quello che sarà. E quando diventa una tortura l'unica alternativa è contare. O pregare. Contare il tempo che hai passato nel bene e quello che hai passato nel male. Fare bilanci che, chissà perchè, sono sempre sbilanciati. O si è avuto troppo o si è avuto troppo poco. A seconda dei casi, pregare. Per avere di più.
O, per avere di meno. Ma averlo. Sempre.

Coffee time


Buongiorno mondo. Ci sei? E' difficile dirlo perchè stamattina ho un sonno terribile e non connetto molto. Non ancora, almeno. Mi bruciano gli occhi. Mi metterei a fare una bella pennichella proprio qui sulla scrivania. Poi 'sta sedia stamattina sembra di marmo. Non si può stare seduti.
Vabbè, vada per il caffè!!

lunedì 2 luglio 2007

Il male dentro

Quando ami molto qualcuno fai di tutto per rendere questa persona la persona più felice del mondo. Quando, però, vedi che non c'è niente che puoi fare ti senti davvero impotente. Oltre al dispiacere, sale una rabbia dentro che non riesci ad esternare, a buttare fuori. E' un insieme di frustrazione, di preoccupazione e angoscia. E anche se provi a fare qualcosa, ti sembra sempre che ogni parola che dici e ogni gesto che fai sia inutile. Sia stupido o, comunque, fuori luogo. Anzi, non sembra. E' inutile, stupido e fuori luogo. Perchè dentro sai già che non puoi vivere tu quel dolore e quell'angoscia al posto suo. Puoi solo stare lì. Ascoltare, assecondare, parlare. Ma non puoi strappare il male che ha dentro.