lunedì 31 dicembre 2007

Buon anno


Nelle ultime ore di questo anno, per chi buono e per chi brutto, molti di noi si stanno preparando per i grandi festeggiamenti di questa sera, molti seguono invece la routine di tutti i giorni, altri partono,alcuni tornano a casa. C'è chi sogna e spera che il nuovo anno porti davvero del buono. Chi invece ha avuto tanto dall'anno che sta finendo e, forse, teme di non mantenere la sua buona sorte.

Comunque sia e ovunque siate, un augurio per un 2008 pieno di emozioni, di esperienze e, perchè no, un pizzico di fortuna!!!

lunedì 24 dicembre 2007

Buon Natale e siate più buoni


E' Natale. Siamo tutti più buoni.

O almeno così dice la tradizione. E molti si sforzano di esserlo veramente. Chi fa donazioni ad associazioni che snobba per il resto dell'anno. Chi invita il parente che odia per il resto dell'anno. Chi chiama l'amico che non sente da una vita e gli fa gli auguri, ma se poi lo sa in difficoltà, per il resto dell'anno si guarda bene dal farsi sentire.

Credetemi: non siete obbligati ad essere più buoni. Anzi non dovete esserlo. Perchè già le feste sono stressanti con tutta l'organizzazione dei pranzi e delle cene, la divisione dei regali, le spese dell'ultimo minuto e, se uno si deve anche sforzare di essere buono, più buono, allora c'è proprio da rovinarsi. Se volete un consiglio, siate buoni e dolci con chi amate da sempre. Siate gentili solo con chi vi ispira. Chiamate e tenetevi stretti gli amici cari. E se proprio c'è una zia o un parente di qualsiasi grado che proprio non sopportate, non lo fate il sacrificio: non lo invitate.

Passerete le feste più in pace con voi stessi e questa è forse la cosa più importante. Sarete meno stressati e più sereni con chi vi sta accanto e merita un Natale tranquillo insieme a voi.
A Natale siate più buoni. Sì, ma con voi stessi.

E, per il resto dell'anno, sarà più facile esserlo con gli altri.

Buon Natale!

mercoledì 19 dicembre 2007

Anima migrante

Sono un'anima migrante
cammino nel mondo
cerco la luce nel profondo.
Sono la faccia scura della luna
che si nasconde
agli occhi degli uomini sulla terra.
Sono il cuore di un animale in fuga
che batte più forte della sua folle corsa
nel silenzio della foresta.
Sono la luce e il buio di me stessa
sono l'anima e la carne
sono il sangue e la polvere.

Sono me stessa solo nei tuoi occhi.

venerdì 14 dicembre 2007

Nota Bene

I giorni stanno passando in fretta. Sono sempre pieni di impegni e di pensieri che, a volte, arrivo alla sera in un fulmine. Senza avere mai il tempo di fermarmi e di guardare quello che sta accadendo. Vivo il tempo che passa, ma non riesco a fermarmi un attimo. Ne avrei bisogno, invece. Fino a un po' di tempo fa, la sera riuscivo a trovare il tempo per leggere e soprattutto per scrivere. Adesso metto a letto la mia bimba e poi ho ancora cose da fare e quando ho finito sono davvero troppo stanca. Dopo tanti giorni passati così, oggi, all'improvviso, mentre per l'ennesima volta mi chiedevo quando sarebbe finito questo periodo buio, mi è tornata in mente una frase che mi ha sempre aiutata, ma che avevo dimenticato.
La felicità è un viaggio, non una destinazione.
Ultimamente credo di aver interpretato di nuovo la vita come se fosse un passaggio di sofferenza che porterà chissà quale felicità futura. E invece così non è. Per quanto soffri il premio non c'è. La felicità va cercata nelle cose di tutti i giorni. Deve essere una costante della nostra vita. Così facendo, un paio di giorni fa mi sono presa un giorno di ferie e sono andata a trovare una persona che amo profondamente. Che mi fa stare bene. E' bastato poco. Una mezz'ora a chiacchierare. Una mezz'ora insieme mi ha ridato il sorriso e mi ha ricordato che si può stare bene ogni giorno. La sera stessa, mentre guardavo mia figlia appena addormentata, con la sua piccola mano appoggiata sul cuscino, ho pianto di gioia. Perchè quello che ho ogni giorno è un miracolo della vita.
La felicità è un viaggio, non una destinazione.

mercoledì 5 dicembre 2007

Urlare, piangere, respirare

Urlare.
Sì, ma quando. E dove. C'è sempre qualcuno accanto, soprattutto mia figlia e direi che proprio non è il caso. Quando lei non c'è è perchè io sono a lavoro, o sto facendo la spesa, o dal dottore o sto facendo una delle tante cose che devo fare ogni giorno. Cose del quotidiano che, per quanto noiose e tante, non mi hanno mai pesato. E invece oggi sembrano macigni.
Urlare. E' da escludere.

Piangere.
Sì. Si può fare. In macchina, mentre vado in ufficio.
In ufficio, nei rari momenti in cui non c'è nessuno. Quindi, giusto il tempo di far scendere una lacrima e trattenere il resto, perchè non si può.
Sotto la doccia. Come stamattina. Le lacrime si confondono bene con l'acqua che mi lava e quando esco le asciugo con il resto. Spariscono, come se non fossero mai scese. Perchè nessuno le ha viste. Nemmeno io.
Parlare. Sì. Si poterbbe fare, se non fosse che, in questo caso, parlare fa anche più male. Smuove i pezzi che stai tentando di tenere insieme. Con molta fatica. E risultati tutt'altro che buoni.
Aspettare. Aspettare, ancora.
E, nel frattempo, tentare di respirare.