giovedì 13 novembre 2008

Piove a Roma




Piove su Roma.
Tanta di quella pioggia che fa paura uscire.
La città si è bloccata, anche molto rapidamente.
Non altrettanto velocemente si libereranno le strade e le piazze.
Non facilmente arriverò a casa stasera.
Ma mentre qui tutti sono agitati e nervosi, influenzati dal temporale,
io mi sento come se l'acqua che scende mi lavasse il cuore e la mente.
Sta portando via il peso che mi preme sul petto da troppo.
Pulisce la testa dai cattivi pensieri, dalle notti insonni, dai rimorsi.
Per fortuna rimpianti non ne ho.
Piove su Roma.
Pioverà, forse, tutta la notte.
Servirà a stare meglio per qualche ora.

lunedì 10 novembre 2008

Tu ed io


Siamo noi, questi due.

Balliamo e parliamo.

La pelle si sfiora.

Gli odori si mescolano.

Le labbra si toccano.

E io ti amo.

giovedì 6 novembre 2008

Fuori stagione


Vorrei andare al mare, oggi.
Passare una di quelle giornate che ti lasciano il sapore del cielo e del sole.
Già me la immagino.
Arrivo con la mia macchinina e parcheggio. Apro il portabagagli e tiro fuori
la borsa con i teli, le creme, il libro che sto leggendo. Il mio diario.
Immancabile la borsina di plastica trasparente che contiene il
secchiello, la paletta, il rastrello e le formine.
Ovvio, la macchina fotografica.

Armata di tutto prendo My Joy per mano (diciamo che l'aggancio al mio dito mignolo)
e procediamo verso la spiaggia. Già dalla strada si sente il profumo.
Man mano che ci avviciniamo l'aria si fa densa di sale e di alghe.
Di pesci e di conchiglie abbandonate sul bagnasciuga.
Mi succede sempre di sentire l'odore di quello che so mi aspetta in spiaggia.
Quando abbiamo scelto "il posto" ci sediamo sul telo e apparecchiamo le
nostre cose. Un po' di crema serve sempre e poi ecco quello che ci piace di più:
A piedi nudi, sulla riva, la sensazione e i brividi dell'acqua gelata.
Il mare ci accarezza. Va e viene. L'acqua si rincorre e si ritira a prendere
oggetti meravigliosi che ci regala lasciandoli sulla spiaggia e altri ne porta via
prima che possiamo prenderli davvero.

Torniamo alla base. Ci lasciamo cadere e chiudiamo gli occhi al sole che ci
scalda appena. Non c'è vento. Poche persone passeggiano lontano.

Sarà una giornata bellissima. Una giornata di mare.

mercoledì 15 ottobre 2008

My Joy

Hai ragione quando piangi e fai i capricci.
So che ti manca un riferimento, una sicurezza.
Una parte di quel porto sicuro che io non posso sostituire.
Nemmeno a provare con tutte le forze.

Hai ragione quando mi chiedi perchè
il terzo che compone la nostra famiglia
è il gatto.
Solo "poi" viene papà. Che non si vede
nemmeno nei tuoi disegni.
E se ti chiedo perchè rispondi che lui
è altrove e che ha da fare.

Hai ragione quando mi chiedi
di trovarmi un fidanzato (come lo chiami tu).
Lo vorresti per me, ma soprattutto perchè
è la parte maschile di tutto che ti manca.

Mi fa male tutto questo.
Perchè non so trovare il modo
di aiutarti.
E quando vedo quella rabbia che hai e
che non sai come affrontare
vorrei solo piangere.

So che stasera, quando rientrerò a casa,
vedrò il tuo più bel sorriso.
Basterà per riavere la forza.

giovedì 9 ottobre 2008

Si tratta dell'Amore

Questo è il testo di una canzone di Bennato. e' il mio modo di farti gli auguri
per il tuo compleanno.
Non ho altro modo e mi accontento di questo:

Chissà qual è la chiave
il meccanismo irrazionale
che ci fa andare fuori di testa
e ci abilita a sognare e
chissà qual è il sensore
che ti ha fatto diventare
indispensabile, indispensabile.
Chissà qual è l'impulso
che ci attiva alla passione
che ci fa fare cose prima mai fatte
e ci amplifica ogni emozione
qual è il segnale responsabile
di questa condizione
incontrollabile, incontrollabile.
Non c'è nessuna risposta
si tratta dell'amore
nessuna certezza
niente è dimostrabile
è una scienza inattendibile.
Si tratta dell'amore
è l'istinto che ci fa volare
perché non c'è nessun circuito
più affidabile dell'intuito
e poi non c'è ragione di frenare un'emozione
irripetibile, irripetibile.
Non c'è niente di scientifico
né di calcolo matematico
niente di catalogabile
tutto è sempre imprevedibile
fuori da ogni geometria
è soltanto una magia
inimitabile, inimitabile
Non c'è nessuna risposta
si tratta dell'amore
nessuna certezza
niente è dimostrabile
è una scienza inattendibile.
Niente regole da studiare
niente formule da imparare
niente leggi da ricordare
niente corsi da frequentare

Buon Compleanno

giovedì 4 settembre 2008

Dietro i tuoi occhi persi

Cosa pensi quando mi guardi.
E cosa passa dietro i tuoi occhi persi.
Dimmi, dove va il tuo sguardo quando mi accorgo che sta fuggendo.
Rincorri forse un ricordo che,
ancora una volta, tenta di scappare.
Un pensiero, un viso.
Una parola che rimane sulla punta della lingua.
Non parli. Non dici. Forse non sai.

Non so quanto tempo resterai ancora.
Stai morendo, mamma.
E io non posso fuggire, nemmeno seguendo
i tuoi occhi.

venerdì 29 agosto 2008

La felicità

Dicono che la felicità si trova nelle piccole cose.
Sapeste l'infelicità.

Le idee chiare

Spesso la gente non ha le emozioni chiare.
Altro che le idee!

mercoledì 20 agosto 2008

Almeno tu nell'universo

Sai, la gente è strana prima si odia e poi si ama
cambia idea improvvisamente, prima la verità poi mentirà lui
senza serietà, come fosse niente
sai la gente è matta forse è troppo insoddisfatta
segue il mondo ciecamente
quando la moda cambia, lei pure cambia
continuamente e scioccamente.
Tu, tu che sei diverso, almeno tu nell'universo !
un punto, sai, che non ruota mai intorno a me
un sole che splende per me soltanto
come un diamante in mezzo al cuore.
tu, tu che sei diverso, almeno tu nell'universo!
non cambierai, dimmi che per sempre sarai sincero
e che mi amerai davvero di più, di più, di più.
Sai, la gente è sola, come può lei si consola
per non far sì che la mia mente
si perda in congetture, in paure
inutilmente e poi per niente.
tu, tu che sei diverso, almeno tu nell'universo !
Un punto, sai, che non ruota mai intorno a me
un sole che splende per me soltanto
come un diamante in mezzo al cuore.
tu, tu che sei diverso, almeno tu nell'universo !
Non cambierai, dimmi che per sempre sarai sincero
e che mi amerai davvero di più, di più, di più.

lunedì 17 marzo 2008

Troppi e troppi

Quando si ha troppo da scrivere, è come non avere nulla. I pensieri si affollano all'uscita e, inevitabilmente, la bloccano. Cerco di concentrarmi su un unica idea, o almeno una alla volta ma, proprio mentre sto incominciando un discorso, ecco che il collegamento con un'altro prende il sopravvento.
E allora giro e rigiro nei miei pensieri e non riesco a buttare giù due righe. L'unico modo è stato questo: parlare di tutti e di nessuno.
Mi dispiace, però. Da domani ci sarà per me una pausa inevitabile e prima che avrò possibilità di usare un altro pc passerà del tempo e, quando accadrà, non so nemmeno se avrò il tempo e la possibilità di aggiornare il blog così spesso. Spero di sì.

Sono davvero troppi i pensieri. Mi defilo prima di esserne travolta e non controllare più quello che scrivo.

P.s. Sabato mi sono fatta tatuare una fenice. Modestamento posso dire che il tattoo che ho scelto è davvero bello.
Commento: CHE DOLORE !!!!!!

venerdì 14 marzo 2008

Svegliatevi, bambine


Non mi nascondo al sole che oggi mi scalda la pelle. E' una fantastica giornata di primavera. Lo so che da calendario manca ancora qualche giorno, ma io mi sto già svegliando dal letargo invernale e, per gustarmi meglio la nuova stagione, già sbuco dalle fessure del muro per scaldarmi al tepore dei raggi.

C'è qualche nuvola lontano e il sole non è fortissimo. Ma va bene così. Non sarebbe normale. Non sarebbe il suo corso. So che non devo avere fretta. Ogni cosa a suo tempo.

Mi godo quello che la giornata mi offre: oggi il sole. E, se domani sarà pioggia, mi riempirò del profumo dell'erba e della terra.

E' primavera (quasi). Svegliatevi, bambine.

martedì 11 marzo 2008

Cambiamenti


Giorni di fermento e di cambiamenti. A parte i più semplici come la macchina e il tatuaggio, ce ne sono altri. Anzi un altro che riguarda il lavoro. E, da questo, dipendono altri cambi nella mia vita quotidiana. Orari, tempo per me e per My Joy, organizzazione pratica della giornata.

Almeno qualcosa si smuove. Non si può avere tutto e, anche se il mio desiderio grande non si avvera, intanto comincio da qui.

Comincio. Ricomincio. Chissà quante volte ancora lo dovrò fare. Nuovo ambiente, nuovi colleghi, nuove abitudini. E ancora sfide con me stessa e con gli altri.

Ho paura. Poter condividere questo con qualcuno lo avrebbe reso più semplice. O forse mi avrebbe dato più coraggio.

Mi sento frizzante. Mi sento le bollicine che sprizzano.

Forse il gatto sta tornando leone (Forse sono solo esaurita hahah). Miao.

lunedì 10 marzo 2008

Assaggio di mare


Sabato. Prima giornata di mare.

Solo un assaggio, sì, ma comunque fantastico. Il sole tiepido che ti scalda mentre cammini al porto. Le barche dei pescatori che si preparano ad uscire. O forse stanno solo sistemando le reti e l'attrezzatura per le prossime uscite. Li vedi i pescatori, col viso dai solchi profondi, scavati dal sole, dal freddo e dal mare. Li osservo e un po' li invidio. Sono uomini capaci di stare soli con se stessi. Convivere con i propri pensieri. Soli, in mezzo al mare, dove non puoi chiedere aiuto e conforto a nessuno. Mi chiedo se sono felici. La vita del pescatore è molto dura, ma credo sia uno di quei mestieri che ti deve piacere, altrimenti muori ogni giorno nel farlo.

Oltre al profumo forte del mare e al sole, non potevo non gustare il sapore di quello che il mare ha da offrire. Che bello mangiare e chiacchierare al sole, o anche solo gustare quello che hai nel piatto mentre lo sguardo si perde sull'orizzonte lontano. Il sapore di ciò che mangi si fonde con il profumo del mare, con i colori e con i pensieri.

E' lì che credo arrivano i miei pensieri. Tanto viaggiano e tanto vagano. Fino alla fine del mare.

Mi godo ancora un po' questo spettacolo divino e quando le prime nuvole mi tolgono il piacere del sole decido di andare. La giornata è lunga.

venerdì 7 marzo 2008

La moria delle vacche

In questi ultimi tempi ho scritto meno nel blog. Me ne sono accorta in questi ultimi giorni. Mi è venuta la curiosità di leggere di nuovo il mio primo post. Non me lo ricordavo più. Era il primo ed era per una persona che amo profondamente ancora oggi. Ma non è di questo che voglio parlare.
Mi sono accorta, rileggendo, che sono sprofondata in un abisso di depressione, di solitudine e isolamento senza precedenti.
Non solo. Pensando e ripensando ho realizzato che non faccio altro che lamentarmi, anzi lagnarmi addosso sulle mie disgrazie e devo dire che non è proprio da me. Ho sempre affrontato le difficoltà con forza e negli ultimi post invece non faccio altro che dire che quella forza non ce l'ho più. Ma questo non è vero. Sì la vita non ti regala niente. Nè a me, nè a tanti altri, ma sprecarla così è un vero peccato. E per peccato intendo anche il senso cristiano del termine.
Allora un paio di giorni fa, mentre parlavo con la mia amica del cuore, è scattato qualcosa e ho detto basta:
Io: - No senti, adesso basta con questa depressione cronica. La vita è bella, anzi no, la vita a volte fa proprio schifo, ma non si può vivere così. Io voglio sentire ancora il sapore e l'odore, il gusto e i suoni. E soprattutto i sensi di questa vita. -
Lei: - Oh ma che sei impazzita? Veramente stavamo parlando di quello che si fa nel week-end.-
Io: - No adesso basta.
Lei: - Ancora? Ma che t'è preso?
Io: - Basta con questa moria delle vacche. E tengo a precisare che quando dico "vacche" non è a noi due che mi riferisco, ovviamente. Lo dico e lo dico e poi ci ricasco sempre. Non mi importa di quello che mi darà il futuro. A forza di pensarci ho smesso di guardarmi intorno e di dare un valore vero a quello che ho. E il valore vero alle cose e alle persone che mi sono accanto glielo do io e nessun altro. Dirmi tutti i giorni che non ho quello che vorrei non mi aiuta ad ottenerlo. Mi fa stare solo tanto male.
E allora, ieri, quando sono tornata a casa, invece di precipitarmi a pulire e a cucinare ecc. ecc., ho preso in braccio mia figlia (che adesso pesa più della metà di me) e abbiamo ballato in mezzo al salotto. Abbiamo colorato e fatto una marea di disegni.
Poi ho fatto tutto il resto, ma sicuramente con un bel sorriso sulle labbra.
Il resto si vedrà e se qualche desiderio si avvererà sarò certo più felice, ma per aspettare qualcosa che forse non arriverà sto perdendo quello che già ho. Se morissi domani, avrei perso i doni che mi sono stati offerti fino ad oggi per aspettarne altri che mai arriveranno. La mia vita sarebbe stata inutile.
La felicità è un viaggio. Non una destinazione.

My Joy

Ieri, come ogni giovedì, sono uscita prima dal lavoro e sono andata a prendere il mio angelo, a scuola.
Il giovedì è il giorno che ha karate. Ieri però My Joy non aveva nessuna intenzione di andarci, anzi mi ha urlato tra le lacrime che il karate è brutto e il maestro pure (per chiarezza, dico che il corso lo ha scelto lei). Poichè non sono una che insiste per lo sport a tutti i costi e poichè deve essere un divertimento e non una tortura, appena riesco a farmi sentire dalla piccola urlante, le dico che si va a salutare il maestro e non ci si va più.
Quando arriviamo, invece, lei si fa cambiare e corre a cominciare la lezione, come se avessimo parlato d'altro fino a quel momento. Anzi ha pure la faccia tosta di chiedermi di andare a farmi un giro. Di solito assisto sempre alla lezione, anche se ogni tanto il maestro mi minaccia e tenta di farmi fare la verticale, ma ieri avevo due o trecento cose da fare in un ora e così mi sono defilata.
Il bello è che quando sono tornata, a fine lezione, il maestro ha detto che per la prima volta è sicuro che i pargoli sono tutti pronti per l'esame e ha deciso di ordinare le cinture nuove. E ha aggiunto una serie di elogi inaspettati proprio sulla mia piccola peste. Sì lo so che posso sembrare stupida, ma il mio cuore si è gonfiato a più non posso. Ero così contenta che credevo che esplodesse. Tra l'altro non sono una fissata e non mi importa che lei sia la prima della classe, non mi importa se prenderà la cintura superiore o meno. Anzi se non vorrà fare l'esame non sarò certo io ad insistere.
Però mi sono sentita davvero orgogliosa, soprattutto perchè My Joy, di solito, è molto fantasiosa nell'esecuzione degli esercizi, non indisciplinata, ma aggiunge sempre qualcosa di suo che magari non era previsto.
Mi sono sentita davvero felice soprattutto perchè lo era anche lei e perchè si è veramente divertita.
Lei è davvero tutta la mia vita.

martedì 4 marzo 2008

Non posso

No. Non posso.
Non ce la posso davvero fare. Anzi, non ce la faccio.
Ho bisogno di averti con me. Di poterti pensare nella mia vita. Niente ha un vero senso.
Tutto assume un valore diverso, senza te.
Quello che hai lasciato dentro di me è un grande vuoto. Posso riempire i giorni e le notti. Impegnare la testa e il fisico. Sfinirmi di pianto. Cercare di inventarmi una nuova vita e una nuova me. Ma senza te non mi riconoscerei. Non mi riconosco. Vivo facendo passare i giorni. Senza assaggiarne più il sapore. Senza sentirne il profumo.
Sorrido alzando gli angoli della bocca, ma non sorridono gli occhi.
Chi mi conosce se ne accorge, ma non ha nemmeno il coraggio di chiedermi come sto.
Mi sento sola, come non mi sentivo da tanto.
Ora, lo sono veramente.

lunedì 3 marzo 2008

Se il buongiorno si vede dal mattino

Se febbraio è stato brutto, marzo è cominciato peggio.
Ovvio, le mie speranze erano diverse, ma se il buongiorno si vede dal mattino anche questo sarà un mese di m....
...... to be continued

venerdì 29 febbraio 2008

Telefonata

28 febbraio, ore 23.47 ca
Al buio pensavo e ripensavo a tante cose. Alle parole, ai gesti.
Mi giravano i pensieri a mille, come al solito.
All'improvviso suona il telefono. Un unico squillo. Nemmeno il tempo di rispondere.
La chiamata, infatti, rimane come "senza risposta".
Mittente: nr. privato.
Non so, ma ho avuto la sensazione che fossi tu.
Quasi la certezza. Forse, è volerti così tanto che mi fa pensare questo.
Forse era solo uno sbaglio. Qualcuno che si è accorto quasi immediatamente di aver fatto il numero errato.
Non lo so.
Ma sarebbe stato bello parlarsi ancora.

giovedì 28 febbraio 2008

Certezze

Non so dove sei. Non so con chi sei. E cosa stai facendo.
Non so come stai. Posso solo immaginare.
No so se mi pensi. Posso solo sperare che sia così.
Eppure io ne ho bisogno.
Io ho bisogno di sapere di te. Ogni cosa.
Il buono e il cattivo.
Il giorno e la notte.
Il riso e il pianto.
Ma non voglio leggerlo su un blog, dove per parlarti devo scrivere un commento.
O viceversa.
Voglio ascoltare la tua voce. Sentire da te le parole che scegli, per me.
Sentire l'emozione, le risate. Sentire la voce spezzata dalla rabbia. A volte dal dolore.
Raramente dal pianto.
Sì, io ho le mie certezze: tra queste voglio, anzi VOGLIO te.
Nella mia vita. Comunque.

Buone o cattive notizie

Nella confusione dei sogni che ultimamente si affollano durante le poche ore di sonno, stanotte ho visto mio padre. Intorno c'erano miriadi di immagini assolutamente confuse. Non si distinguevano nè persone nè situazioni. L'unica immagine reale e nitida, al centro di questo turbinio confuso, era il viso di mio padre. Sereno e sorridente. Insistentemente sorridente.
Anche se io continuavo a guardarlo perplessa poichè non capivo cosa ci fosse da essere così contenti, lui sorrideva sempre. Ho cercato di distinguere il contorno per avere un indizio, ma il mio sguardo tornava sempre a lui.
Poi mi sono svegliata.
Spero solo che stavolta sia venuto a trovarmi per una buona notizia. Di solito non è così. Temo il peggio, ma non posso immaginare nulla perchè non c'era niente che potesse farmi capire qualcosa in più, come invece è stato le altre volte. So solo che io non ero felice quanto lui e ancor meno capivo il suo stato d'animo.
So che presto arriverà la risposta a queste domande e spero che sia qualcosa di buono.

martedì 26 febbraio 2008

Sempre

Posso riempire i giorni. Sì. Fino a non avere nemmeno un attimo per fermarmi a pensare. Il difficile è riempire le notti. E quando sono costretta a fermarmi perchè altro non posso fare, al buio nel mio letto non riesco a cacciarti via.
Non basta mandarti via dai miei pensieri. Non basta scansare i ricordi. Non basta voltare lo sguardo per non vedere gli oggetti che parlano ancora di te.
Sei una parte di me. Dovrei eliminarla. Ma quale parte? Non sei un braccio, una gamba o un altro pezzo qualsiasi, che posso tagliare. Sei un siero, una droga, un veleno. Sei il sangue che circola in ogni angolo del mio corpo. Non posso mandarti via. Non ci resco. Forse non voglio.
A volte provo a urlare. A volte penso che te ne andrai un po' alla volta. Un po' con ogni lacrima che piango.
Non è così. Per quanto mi dispero, sei con me. SEMPRE.

lunedì 25 febbraio 2008

Nessun rimorso. Nessun rimpianto

Si parlava, qualche giorno fa, tra amici, di come alcune persone riescano a vivere meglio la vita. Molti hanno la capacità di farsi scivolare le cose addosso. Nel bene e nel male. E, all'apparenza, sembrano vivere meglio di altri. Perchè sono meno sensibili, si fanno meno problemi. Diciamolo pure chiaramente: si fanno meno "pippe mentali".
Ripensandoci, io, decisamente, non rientro in questa categoria. Vivo, soffro, gioisco e respiro il bello e il brutto della vita con un'intensità che spesso toglie il respiro. Mi meraviglio ancora della vita, mi sorprendo e sorrido delle belle giornate e mi commuovo davanti ad un film d'amore.
E' vero che quando non siamo capaci di prendere le distanze dalle cose e dalle persone si rischia di soffrire molto, ma io so vivere solo così.
Nonostante tutto quello che ho vissuto di una cosa sono felice: oggi io non ho nessun rimpianto. Nessun rimorso.
Tutto quello che ho fatto l'ho fatto sempre con amore. L'ho fatto perchè ho creduto fosse la cosa migliore da fare. Non importa se ho sbagliato. Non mi importa se poi le decisioni che ho preso nella mia vita mi hanno portato a soffrire. Oltre alla sofferenza ho avuto anche tanta gioia. Tanto amore.
Su questo non ho dubbi.
Nessun rimorso. Nessun rimpianto.

Urlo

Urlo.
Ma come si fa a urlare così tanto da poter far uscire il peso che ho dentro ?
La rabbia, la tristezza.
Io non lo so fare, ma lo vorrei tanto. Vorrei svegliarmi la mattina e pensare "Finalmente un nuovo giorno", come accadeva prima. E invece no.
Vorrei liberarmi veramente di tutto e tornare ad amare la vita e ogni giornata. Affrontare tutto con un sorriso, anche le difficoltà.
Ora ogni giorno sembra uguale a se stesso. Poche cose hanno preservato il loro valore. Il resto non ha più senso.
Vorrei davvero far uscire tutto il dolore con un semplice urlo. Ma non posso comandare i miei sentimenti e le mie sensazioni. Non posso forzarmi a non amare chi, adesso, non c'è. Chi ha scelto un'altra strada.
E, amare chi non c'è, non aiuta a rimarginare le ferite.
La vita va avanti. Sì, ma come?
Mi sento come in sospeso. In un'apnea con poco ossigeno.

giovedì 21 febbraio 2008

Luna Rossa


So perchè arrossisci. Sei in imbarazzo, ti senti un po' in colpa. Quando stanotte ti ho chiesto "Perchè?", tu non hai saputo rispondere.

Ti avevo chiesto di esaudire il mio desiderio. In cambio mi avevi chiesto di confidarti un segreto.

E io l'ho fatto.

Tu, invece, non hai rispettato il patto. Le cose non sono andate come avevo desiderato. Anzi, esattamente nel modo opposto.

Non hai avuto il coraggio di dirmi la verità. Hai atteso che tutto accadesse.

Hai ascoltato il mio pianto.

E' difficile amarti ancora, Luna.

Tu hai oscurato il mio Sole.

martedì 19 febbraio 2008

Sogni ad occhi chiusi e ad occhi aperti

Da tantissimo tempo, ormai, la notte non sognavo più.
All'inizio credo sia stato per una sorta di magia: sognavo raramente e solo cose che poi trovavano riscontro nell'immediato futuro. Siccome, poi, quel futuro non si rivelava mai portatore di buone sorprese, per smettere di fare questi sogni, ho smesso di dormire. Ho sofferto d'insonnia per un po' (un bel po') e poi è passata anche questa.
Da svariati giorni, però, ho ripreso a sognare. I ricordi sono vaghi. I sogni sono spesso affollati di gente e di eventi confusi. La mattina non me li ricordo mai. Rimangono le sensazioni che non sono mai buone. Mai positive. Non portatrici di nuove energie. Ma nemmeno di nuove illusioni.
Durante il giorno io ci penso e ci ripenso e cerco di spiegarmi perchè ho ricominciato a sognare o quantomeno a ricordarmi di averlo fatto.
Stamattina ho capito: ho smesso di sognare di giorno. Ho smesso di immaginare e di sperare che anche per me ci sia qualcosa di bello. Di buono. Non voglio altre delusioni. Non voglio altre ferite.
Mi bastano quelle che ho.
Ho ripreso a riempire le mie giornate fino all'inverosimile. Ogni istante sono occupata a fare qualcosa. Così provo a non pensare a me stessa e ai miei desideri. Ai miei sogni.
La sera arrivo sfinita a letto e crollo.
Così dormo. E così sogno di sogni senza ricordi. Senza aspettative.
Senza ferite.

lunedì 11 febbraio 2008

Un attimo di riposo




Uffa !!! che giornata strana. Nonostante il week-end sia appena finito, sento una stanchezza addosso inimmaginabile. Ci sono delle cose che stanno di nuovo in movimento nella mia vita e, invece, io avevo bisogno di un attimo di riposo. Lo dimostra il fatto che continuo a fare sogni strani, affollati e molto confusi. Gente che va, gente che viene. Situazioni che mutano all'improvviso. Certo che dopo questi tre ultimi anni "intensi" avevo proprio il bisogno di recuperare il mio equilibrio. In realtà mi ero anche illusa di averlo trovato. Invece? Niente. Mi aspettano nuovi cambiamenti e decisioni importanti da prendere che, sono certa, cambieranno ancora la mia vita. Questa volta però, spero in meglio.


Vedremo nei prossimi giorni.


Ho molta paura. Non voglio sbagliare.


Quello che mi spaventa non sono tanto i fatti. Gli eventi della vita, per quanto imprevisti e brutti che possano essere, li affronto sempre. Sono le persone che incontro che spesso mi scioccano e hanno la capacità di spaventarmi davvero.


Sì, lo so. E' un post un po' confuso. Forse perchè anche io mi sento così.


Quello che invece vorrei è sdraiarmi. Fermarmi e riposarmi un po'. Riprendere le forze e poi, dico POI, vedere quello che si può fare. Riprendere a pensare. POI.


Adesso vorrei proprio rilassarmi un po'.

mercoledì 6 febbraio 2008

Incubi

Ancora una volta ho fatto un sogno premonitore che poi si è rivelato un incubo poichè, la mattina successiva e cioè ieri, si è avverato. E' arrivata la notizia che avevo atteso tutta la notte, purtroppo.

Ora solo silenzio. Per rispetto del dolore.

giovedì 31 gennaio 2008

Inquietudini

A parte il fatto che da ieri il mio umore si è fatto alquanto inquieto, per una serie di eventi che si sono combinati insieme. Non scendo in particolari poichè, mentre alcuni eventi riguardano proprio la mia persona, altri sono legati ad altre e quindi preferisco non parlarne nello specifico.
Comunque già da ieri, con il passare della giornata, il mio umore è peggiorato e è aumentata, esponenzialmente, la sensazione che qualcosa stia per accadere. Purtroppo qualcosa che non sa di buono. Ci sono stati dei momenti in cui questa inquietudine, purtroppo, si è rivelata fondata e, credo, che questo sia uno di quelli.
Altra cosa strana è che oggi ho ricevuto un commento sul mio post precedente "Lentamente muore". Cosa c'è di strano?? E' il commento che io stessa ho scritto ad un post di Cang (Blog "Il muro tra l'inferno e il paradiso") intitolato "Il cielo sta cadendo". La differenza è che nel commento postato a me ci sono alcune frasi evidenziate. Poichè il commento non ha nulla a che vedere con il post che ho scritto si presume che, la persona che lo ha scritto, abbia voluto fare un riferimento personale alla mia persona o alla mia situazione personale. Non mi dilungo oltre sull'accaduto se non per precisare che io non sono "in attesa". Non ho paura di fare domande, anzi, come ho scritto, preferisco avere una risposta negativa che nessuna risposta. Non vivo in attesa del futuro. Ho imparato a vivere il presente, ogni suo istante, perchè è il solo modo per assaporare la vita, perchè "la felicità è un viaggio e non una destinazione".
Detto questo il mio pensiero più profondo oggi va ad una persona che amo molto, che so che sta soffrendo molto. Mi distrugge il pensiero di non potergli dare aiuto, di non poter alleviare l'angoscia e il dolore, l'ansia e la tristezza. Mi dispiace non poter fare di più se non fargli sapere che nei miei pensieri e nella mia vita c'è sempre.

mercoledì 30 gennaio 2008

Lentamente muore

Questa è la poesia con cui Mastella ha fatto il suo intervento il gorno in cui è crollato il governo Prodi, citandola come una poesia di Pablo Neruda. Tutti si sono affrettati a precisare con non era lui l'autore. E' vero. La poesia viene attribuita ad un anonimo, o presumibilmente ad una poetessa brasiliana.
A me questo testo piace molto e, in modo assolutamente indipendente dall'uso e consumo che se ne è fatto, la riporto qui sotto:

Lentamente muore
chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle "i"
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle
che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi e' infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza
per l'incertezza
per inseguire un sogno,
chi non si permette
almeno una volta nella vita
di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna
o della pioggia incessante.

Lentamente muore
chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde
quando gli chiedono
qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo
di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà
al raggiungimento
di una splendida felicita'.

martedì 29 gennaio 2008

Girovagando 2. Orvieto e Bomarzo

Ed eccoci a Orvieto. Si parte dalla stazione prendendo la funicolare. Per i bimbi è come stare sulle giostre e, far capire alla piccola peste che non è possibile fare altri tre o quattro "giretti", non è semplice. La funicolare è stata nel tempo ristrutturata ed è trainata da un sistema ad acqua: un mezzo che ha il sapore di altri tempi. Arrivati al capolinea prendiamo il minibus che ci porta fino alla piazza del Duomo. Qui la vista è da mozzare il fiato: il mezzo arriva sulla piazza spedito, fa scendere i passeggeri e riparte veloce. Appena libera la vista la facciata del Duomo ti appare davanti imponente, ricca di decori, affreschi, colonne e ricami. Grande e possente. Entriamo un po' intimiditi, ma dentro la ricchezza e lo sfarzo svaniscono. Ci sono, certo, dipinti e raffigurazioni, alle pareti come sul soffitto e sui pavimenti, ma quello che impressiona è lo spazio imponente, il vuoto dirompente, rotto solo dalla luce colorata e filtrata dalle splendide e vivaci vetrate alle finestre. Dal fondo, dall'entrata cioè, l'impressione che ho avuto è che quel vuoto ha il suo fulcro nell'altare e la sensazione che ho provato è quella di essere spinta verso di esso. Incredibile davvero!
Usciti dal Duomo siamo entrati, proprio di fronte, al Museo Etrusco, ricco di reperti e di inevitabili racconti della nostra storia.
Girare per le strade di Orvieto è stato davvero piacevole e, mercatini e bimbi in maschera hanno aggiunto tanta allegria.
Non può mancare un assaggio della cucina locale, prima di ripartire (dopo il "giretto" di ritorno in funicolare) per tornare verso casa. Sulla strada decidiamo di fare ancora una sosta. Uscendo ad Attigliano e seguendo le indicazioni si arriva al Parco dei Mostri di Bomarzo. E', per chi non lo conosce, un parco immerso nel verde e tra rivoli e alberi possenti si possono ammirare enormi statue, perfettamente conservate e incastonate nella natura circostante. I giganteschi "Mostri" rappresentano creature mitologiche e non, ma comunque di grande fascino.
Il consiglio è di andarci in primavera o in estate: tra gli alberi, i prati e i mostri si può godere del fresco e passare una giornata intera divertendosi all'interno del parco. In inverno, una volta fatta la passeggiata e visto tutte le statue, il freddo e l'umidità invitano ad andarsene per altri lidi, piuttosto che prolungare la sosta.
Si torna a Roma...finita la gita e anche il we !!!

Intermezzo


Un piccolo inciso per dire che ieri sera, quando sono uscita, 17.30 circa, invece del solito buio pesto, ho trovato un magnifico tramonto. Questo vuol dire che le giornate si stanno veramente allungando e, per una come me che adora solo la bella stagione, è come una iniezione di nuova energia.

lunedì 28 gennaio 2008

Girovagando 1. Siena

Giornata particolare e malinconica oggi. Non mi soffermo in dettagli. Chi ha letto i post precedenti, facendo due conti, capisce il perchè. Non voglio, però, parlare di eventi tristi del passato, ma di gite molto fuori porta.
Finalmente, nonostante le temperature non siano il massimo, ho ripreso le mie uscite del fine settimana. Per quanto mi riguarda ho deciso che l'inverno, e quindi un certo letargo fisico e mentale, è finito già da qualche giorno e ora non rimane che riprendere le attività, dopo il risveglio. Tanto per non affaticarmi, stavolta non mi sono allontanata molto.
Partenza sabato mattina, intorno alle 7.30 am. Destinazione: Siena. L'ho vista già altre volte, ma non importa: una bella città è bella sempre ed ogni volta si carica di emozioni e ricordi nuovi che si mescolano a quelli passati, dando nuove sensazioni. Dirò di più, quando si visita una città per la prima volta, si cerca di vedere più cose possibili: ogni palazzo, ogni chiesa, monumento, piazza. Ci si ferma per le strade, si legge la guida di turno e si passa molto tempo con il naso all'insù, ad ammirare quella facciata del duomo o la torre o il campanile ecc. Quando in una città si torna per la seconda o terza volta il bello è gustarsi il resto: rivedere qualche monumento che ci è rimasto nel cuore e dedicargli ancora qualche attenzione, ma poi concentrarsi sulla gente del posto, sui profumi nelle strade, sulle vetrine che espongo i dolci o i prodotti tipici, gli odori e i dialetti che si possono ascoltare seduti su una panchina, con il viso al sole tiepido di gennaio.
In questa mia terza visita a Siena, la cosa più bella è stata sdraiarmi per terra in mezzo alla piazza del Palio e giocare con mia figlia come quando facciamo a casa, sdraiate sul letto e poi vederla correre da una parte all'altra inseguendo e tormentando i piccioni senesi. E poi ci sono alcuni volti che ho memorizzato: una signora anziana che camminava in strada aiutata da un bastone, ma un il piglio e una fierezza mai vista; un gruppo di ragazzine che sorridono e ridacchiano tra loro in un bar; altri turisti, stranieri e non, intenti ad ascoltare la spiegazione della loro guida, accalcati uno accanto all'altro, di fronte alla magnifica facciata del Duomo; uno scambio rapido di sguardi all'uscita di un negozio, due persone come tante che si incontrano per un secondo e non si rivedranno mai più.
Quando il sole si fa più debole fa troppo freddo per continuare a star sdraiati a terra. E' ora di muoversi e spostarsi verso la tappa successiva, che è Orvieto ........to be continued

mercoledì 23 gennaio 2008

La Luna dei desideri


Ieri sera, dopo la stazione, ti ho visto Luna. Mentre tornavo a casa, ti ho percepita per un attimo, uscendo dal tunnel, prima di attraversare il ponte e arrivare sul Lungotevere. In quell'istante ho visto un sorriso sul tuo volto e, quindi, mi ha sorpreso la tua faccia grande ma malinconica, quando sei riapparsa dietro i palazzi romani.

Ti ho osservata a lungo, mentre ero in coda nel traffico del centro. Grande e bianca, luminosa e incredibilmente affascinante. Eterea e dolce, come nessuna donna potrebbe essere sulla terra.

Non ho resistito e ti ho regalato un segreto. In cambio ti ho chiesto di esaudire un mio desiderio profondo.


L'ultimo semaforo diventa verde. Sono quasi a casa e stai per sparire di nuovo dietro a palazzi troppo alti per vederti affacciata sul mondo.


Se un giorno realizzerai il mio sogno, ti lascerò raccontare il mio segreto alle stelle.

lunedì 14 gennaio 2008

Saturno contro

La spinta è arrivata. Non nuoto ma sono a galla. E' già molto. Sicuramente presto si torna a riva.
Sabato scorso mi è venuto da sorridere quando un'amica mi ha detto che è strano che io sia depressa, perchè dopo aver avuto Saturno contro per ben 2 anni, adesso sono libera. E' un evento (Saturno contro) che si ripeterà solo tra 30 anni. Devo approfittare.
Che dire? Forse a casa mia si è trovato bene e ha deciso di fermarsi un po' di più !!

venerdì 11 gennaio 2008

Un cuore incartato

Mentre sono ancora in apnea, oggi sento che è arrivata una piccola spinta. Forse sarà abbastanza per risalire e riprendere a nuotare.
Non è facile, ma so che questo momento passerà. Mi succede ogni tanto. Da sempre. Credo che sia una specie di buco nero che corrisponde ad una forte mancanza di amore. In realtà l'amore c'è. C'è ogni giorno nella mia vita: da mia figlia, dalle persone speciali che mi sono accanto, dalla mia famiglia, dagli amici. Ma quando sto così è come se tra me e loro ci fosse questo buco nero che inghiotte tutto e non lascia arrivare quel calore fino al mio cuore. E' un po' come se il cuore fosse incartato con un bel foglio di alluminio, che non lascia passare niente. E più ho bisogno di amore e più sento che non arriva. So che tutto questo dipende solo da me e che le persone che mi amano, mi amano sempre e nello stesso modo di sempre. A volte anche di più, se possibile.
Per fortuna tutto questo a volte dura qualche giorno. Altre volte anche meno. Ma comunque poi passa.
Sto risalendo piano. Il buco nero si sta stringendo. Presto starò meglio.
Un grazie speciale a chi non ha smesso di starmi accanto. A volte so che è difficile amarmi. Soprattutto quando sono io stessa che non mi voglio tanto bene.

giovedì 10 gennaio 2008

10 Gennaio 1986

Era il 10 gennaio di 22 anni fa. Ore 21.00 circa. Un uomo esce dal suo posto di lavoro. Ha finito il turno ed è stanco, ma felice perchè sa che sta tornando a casa da sua moglie e dalle sue bambine.
Arrivato alla fermata dell'autobus, proprio mentre sta salendo sul marciapiede, viene investito da un furgone. Colpito alla testa dallo specchietto sporgente. Solo questo basta per farlo cadere a terra. Il conducente sbanda ancora e fugge. Lascia l'uomo a terra. Lui viene soccorso dai colleghi che hanno visto tutto da lontano, ma non basta. 18 giorni di agonia e di coma.
Basta questo per farlo morire. Ucciso da uno sconosciuto.
Era il 10 gennaio di 22 anni fa. La mia vita e quella della mia famiglia è cambiata per sempre. Tutto è cominciato o finito lì. Non ho mai smesso di chiedermi perchè. Perchè proprio lui. Perchè proprio a me. Perchè il conducente è scappato via. Poteva forse rimanere. Lui sarebbe morto comunque, ma forse io saprei il perchè. Perchè il conducente era ubriaco. Perchè era stanco. O forse disperato.
Era il 10 gennaio di 22 anni fa. Io avevo 13 anni. Ore 07.30 am. Mio padre mi accompagna alla fermata dell'autobus per andare a scuola.
E' l'ultima volta che l'ho visto. Vivo.

martedì 8 gennaio 2008

Sottovuoto

Oggi non è una buona giornata. Niente di nuovamente tragico all'orizzonte, ma non mi sento bene. Pensavo che la malinconia, che aumenta durante le feste natalizie, fosse ormai sparita. E, invece, stamattina, uscendo di casa, insieme ad una insolita nebbia romana, mi ha avvolto una tristezza morbida. Mi sento come se fossi dentro ad una bolla d'acqua, o dentro ad un barattolo di vetro: sottovuoto. Vedo e sento tutto di ciò che mi gira intorno, ma ne percepisco solo i suoni e gli odori. Non sento il sapore, non percepisco l'essenza. Tutto rimbalza sul vetro.
Questa specie di sensazione fluttuante mi ha fatto ricordare un episodio non felice della mia vita. Quando avevo circa 17 /18 anni ero al mare con degli amici e siamo andati a fare il bagno a largo. Quando mi sono voltata verso la spiaggia per tornare indietro, l'ho vista irrimediabilmente distante e presa dal panico sono scesa sott'acqua. Stavo annegando. Non so quale forza mi abbia spinto, ma in un istante ho ripreso lucidità e sono risalita. Ho iniziato a nuotare con una rabbia che non conoscevo e, una volta arrivata sul bagnasciuga, mi sono seduta. Sola e stremata dal panico e dalla fatica, dalla rabbia e dalla forza del mare. Sono sempre andata fiera di questo episodio perchè mi ha sempre ricordato che posso essere forte. Molto forte, anche se sono sicura che per un attimo non sono stata sola, lì in mezzo al mare. Sott'acqua.
Stamattina mentre ci pensavo ho sentito tutta la stanchezza di quel giorno. Tutta la stanchezza della mia vita. Ho avuto paura perchè ho pensato che, se mi accadesse la stessa cosa in questo preciso momento, mi lascerei andare. Non spingerei e non nuoterei. Per una volta smetterei di lottare.
Consapevolmente e con la stessa lucidità di quel momento.

giovedì 3 gennaio 2008

Una canzone per te

Se fossi capace di leggere e scrivere musica questa sarebbe una canzone per te. Ma so solo scrivere le parole. La musica è nella mia testa, ma non importa perchè ognuno di noi può cantarla accompagnandola con la musica che ha nel cuore:

Sentire piano
come non ho fatto mai
il tuo profumo
anche quando non ci sei
parlare al mondo
dei tuoi occhi dolci
e dire a tutti
che sei la mia vita
urlare al vento
che ti amo
come non ho fatto ancora
sentire forte
quel sapore unico
e respirare respirare te
ogni tuo passo e
ogni tuo gesto e
ogni momento
Amami ancora
non andare via
amami ancora e
non lasciarmi andare via