mercoledì 22 settembre 2010

CHIUSO



Già! Non l'avrei mai detto, ma è arrivato il momento di chiudere il blog. Tante volte ci ho pensato questo ultimo anno, ma ho lasciato correre perchè immaginavo fosse solo un capriccio. Invece....
Questo ultimo anno sono accacdute tante cose. Tutto è iniziato (o forse finito) con la morte di mia madre. Mi ha portato via tanto e mi ha regalato di più. Ora non ho più cose da dire in questa sede....quello che penso lo condivido ogni giorno con chi mi è stato accanto, con chi non ha mai mollato nemmeno quando mi ha vista disperata e con chi mi sorride ogni giorno...anche se a volte c'è davvero poco da ridere.
Un grazie speciale va a chi è in questo blog perchè vuol dire che ha avuto un ruolo
importante nella mia vita, a chi ha letto ogni riga felice o triste, frizzante o noiosa che fosse e infine a chi ha aperto questo blog ed è scappato in quello accanto.
CIAO

giovedì 12 agosto 2010

Un anno che fa

Cara mamma,

oggi é esattamente un anno che non ci sei più. E' stato un periodo lungo. Mi sembra passato un secolo da quella sera, quella telefonata, quell'ultimo giorno. Quello che è stato poi somiglia alla notte: mesi di buio, di fatica per rimettere a posto la vita, per allineare di nuovo la mia esistenza. La notte si è trasformata lentamente in alba. Adesso è giorno, mamma. E forse solo grazie a te ho trovato la forza per ritrovare me stessa, per ricostruire il mio mondo mettendoci dentro quello che di più prezioso mi ha dato la vita. Dopo che te ne sei andata, molti sono rimasti nelle mie giornate, qualcuno si è riavvicinato, altri si sono defilati. Ho faticato tanto per accettare tutto, ma i doni che mi hai fatto in questo periodo sono stati la linfa che mi ha salvata. Mi hai donato una nuova esistenza, una nuova vita e l'amore per ogni giorno che respiro.
Mi manchi e so che qualcosa tra noi è ancora sospeso, ma la certezza del tuo amore ha schiarito la mia notte.
Ti voglio bene, mamma

domenica 23 maggio 2010

SILENZIO

.....che fa rumore nel cuore

martedì 18 maggio 2010

L'educazione sentimentale

Mi chiedo spesso, ultimamente, se, una volta curato il dolore, torneranno ancora i sentimenti. Molto di quello che è accaduto nei tempi più e meno recenti mi ha portata a costruire solide barriere, a tirare su muri ben fatti e resistenti a parecchi tentativi di sfondamento. E dire che io a tirar su muri sono davvero brava. Mio papà, tra le altre cose, era anche ottimo muratore.
Scherzi a parte, non ho davvero il cuore di ghiaccio, ma forse è vero che in una routine quotidiana di vita, di modi e di incontri, purtroppo senza tanto sforzo, mi tengo alla larga dalle grandi emozioni, dagli scossoni, da ciò che potrebbe portare sorprese, non sempre belle, ma forse nemmeno sempre brutte. Non è facile per me accorgermene perchè intorno a questo meccanissmo ci ho ricostruito intorno la mia vita. Se il terreno emotivo non è più che sicuro (la casa, la famiglia e gli amici più stretti) io sfuggo abilmente a quasi tutto quello che potrebbe sconvolgere un equilibrio tutto mio e - ovvio dire a questo punto- solo apparente. Apparente perchè mai messo alla prova.
La domanda vera riguarda allora la possibilità di rieducare il corpo e soprattutto la mente all'emozione e ai sentimenti. L'educazione o rieducazione riguarda non il provare un sentimento o un emozione, ma il viverli. Potrebbe apparire la medesima cosa, ma c'è una sottile differenza. Io sono capace di amare nelle varie forme e provo emozioni più o meno forti, ma non le vivo veramente, eccetto quando la vita (per fortuna) prende il sopravvendo e mi travolge senza che io possa intervenire.
In generale è la mia razionalità che interviene preservandomi da ogni "rischio".
E forse questo è legato anche alla mia paura più grande che è quella della follia, del mancato controllo di se stessi e delle proprie reazioni...ma questa è un'altra storia.
Credo sia arrivato per me il momento di iniziare la mia educazione sentimentale.

lunedì 10 maggio 2010

Rose rosse


E' lunedì. Come ormai accade da un po', questa è l'ora che esco dallo studio della mia Doc. L'aria è appena frizzantina. La pioggia non c'è, ma le pozze a terra dicono che ha smesso da poco ed il cielo scuro promette che ce ne sarà ancora. Mi sento un po' più leggera. Accade sempre dopo Doc, ma a volte, come stasera, accade anche di sentire il dolore. Di nuovo.
Sono già sotto la metro e mentre aspetto mi siedo e mi fisso a guardare un ragazzo indiano. Ha il viso più stanco del mio e negli occhi lo sguardo di chi non ha molto da perdere. Forse ha già perso abbastanza. Ha un bel mazzo di rose bianche, rosa e molte rosse. Destinate a coppie assediate nei ristoranti del centro. Penso che io rose rosse non ne ho avute mai e questo mi fa sentire più triste. Non so perchè ma il dolore si scioglie nel petto e, invece di andarsene, si allarga come una macchia d'acqua senza freno. Cerco di ricordarmi, ma sono proprio sicura: non ho mai ricevuto in regalo un mazzo di rose, rosse. Mi chiedo perchè proprio ora mi sembri così importante.
Arriva la metro e salgo. Faccio solo una fermata ma basta per sentire una ragazza alle mie spalle che chiede all'indiano quanto viene una di quelle rose. - 2 euro.-
Non c'è contrattazione e lei la compra. Si apre la porta. E' la mia fermata. La goccia di lacrima che ho trattenuto fino a quel momento scende con me dal treno. Continuo ad avere l'immagine delle rose davanti agli occhi mentre penso che per curare le ferite non guarite bisogna tenerle pulite e, per pulirle, è necessario tenerle aperte.
Ma stasera fa stranamente tutto troppo male.

mercoledì 31 marzo 2010

La fine perfetta di una giornata qualunque


Una giornata come tante. Cappuccino al bar e poi a lavoro. Senza sosta fino a ora pranzo. Giretto veloce tra i negozi del centro per schivare l'immagine dello schermo del pc che ti rimane incollata agli occhi anche quando l'hai spento.
Ancora un pomeriggio "de fuego" tra mail e quelle piccole cose o persone che sembrano fatte apposta per rovinarti una giornata.
Finalmente le 18. Anzi mancano 5 minuti quando Vale mi dice che la metro non funziona. Penso ad un pesce d'aprile anticipato e invece....è tutto vero. Mi faccio coraggio e penso che se arrivo a piedi fino a piazzale Flaminio riesco a prendere il primo bus verso casa. Non si può descrivere quello che ho trovato. Il piazzale invaso dai bus navetta che sostituiscono la metro rotta. Gente che si spinge e quasi si strappa i capelli per salire sul primo mezzo che passa, a volte senza nemmeno sapere dove si va. Accidenti!! Mi dico. Mi giro e dalle sbarre del cancello d'ingresso si vede un po' del verde di Villa Borghese. Penso: quasi quasi faccio un pezzo a piedi finchè non trovo una fermata meno affollata. Mi convinco e mi incammino. Cuffiette nelle orecchie con musica a tutto volume. Mi guardo intorno e mi abbraccia il verde della Villa. Da lontano si vede il Muro Torto invaso dalle auto in fila, ma la musica ha tolto l'audio al rombo dei motori, ai clacson e a tutto il rumore che c'è intorno. Prendo il ritmo e invece di cercare una fermata, anche quando esco dalla Villa continuo a camminare. Si perde il piacere del parco, delle aiuole e del prato. Degli alberi e del terreno sterrato sotto le scarpe. Ma è come camminare sulle nuvole. Si liberano le tensioni e si ammorbidisce il sorriso. Canticchio camminando. Non lo faccio mai. Io canto solo sotto la doccia. Mi dispaice per quelli che vedo schiacciati sui bus che mi passano accanto. Pigiati all'inverosimile. Mi rendo conto che non sono fortunati quanto me. Io tutto sommato qualche chilometro a piedi e arrivo a casa. Magari loro vivono molto più lontano e non hanno scelta. Quasi senza accorgermene arrivo a casa. A piedi. Tanta strada, garantisco. Non importa. La sensazione è meravigliosamente bella.
Entro in casa e il gatto mi guarda mentre si stiracchia e fa un gigantesco sbadiglio. Vuole convincermi che è stanco davvero.
E' la fine perfetta di una giornata qualunque.

domenica 21 marzo 2010

Amore e Odio


Mi chiedo quale sia il confine vero tra l'amore e l'odio. Io non credo che siano due sentimenti davvero così opposti. La mia amica dice che la odio. Lo dice perchè la tratto male e con freddezza quando lei mi confessa che è stanca di vivere e che non ce la fa a rimanere in questo mondo. Vuole e spera che il suo isolamento dalla realtà diventi definitivo e che possa vivere nel suo mondo di fantasia, fino alla fine dei suoi giorni. Questo mi fa troppo male. Provo a consigliarle un aiuto. Ma lei insiste. E sembra davvero decisa. Sì, è vero. A questo punto sento che i sentimenti cambiano forma. L'amore si carica di un peso che non è il suo. Si appesantisce e compare un filo di rabbia che alimenta il disagio. Arriva una fitta al centro del petto. Rimane come un macigno appoggiato sul seno.
L'amore ha terminato la sua veloce trasformazione. Ora è odio.
L'odio per un'altra persona che mi sta lasciando. La paura mi assale all'improvviso. E' più che paura. E' panico. Ho perso troppe persone per sopportare ancora una volta. Io che dico sempre di non conoscere il sentimento dell'odio, mi accorgo che ho già sentito quel movimento. Mi sono già trasformata altre volte. Solo non lo ricordavo. Ho odiato l'uomo che ha ucciso mio padre e ho nascosto l'odio dietro a un finto perdono che mi ha frustato tutta la vita. Ho odiato il padre di mia figlia quando mi ha fatto male e ha distrutto quello che una famiglia rappresenta nel più profondo. Ho odiato un uomo che non ha scelto me e ha spezzato il mio mondo fragile dove avevo appena ricostruito la possibilità di un sogno. Ho odiato mia madre perchè non ha voluto lottare per se stessa. Ha preferito abbandonarsi alla malattia che cancella la memoria del dolore, ma anche quella dell'amore. Odio la mia amica che vuole fuggire da tutto e da tutti perchè dice che la forza non c'è più. L'ha persa e comincia a non ricordare dove dovrebbe andare a cercarla.
Odio me stessa. Perchè non ho avuto la forza di lasciare andare mio padre e mi sono tormentata nel dolore della sua perdita per un tempo infinito. Mi odio per la mia incapacità di tenere insieme la mia famiglia. Mi odio per non aver legato al mio cuore l'amore con un nodo, impossibile da sciogliere. Mi odio per non aver combattuto la malattia di mia madre al posto suo. Perchè nemmeno io ne ho avuto la forza e mi odio per averla vista morire ogni giorno senza saperla aiutare. Mi odio perchè se la mia amica non dovesse tornare veramente io mi sento già impotente e so che non saprei trattenere nemmeno lei.
Mi chiedo quale sia il confine vero tra l'amore e l'odio e mi rendo conto che, forse, se non hai mai odiato, non puoi dire di conoscere veramente il sentimento dell'amore.

martedì 16 marzo 2010

Musica

Se sei in ufficio e non sai che musica ascoltare stamattina oppure vuoi, generosamente, far scegliere ai tuoi colleghi....pensaci bene !!
Comunque stamattina, dopo un giro di Festival (di Sanremo 2010), abbiamo cominciato con le canzoni a richiesta e non vi potete nemmeno immaginare che cosa è uscito fuori.
Siamo partiti da "Su di noi" di Pupo, siamo passati per "Tu sei l'unica donna per me" di Alan Sorrenti. Vi risparmio il resto e vi dico solo che siamo finiti al meglio del repertorio dei Ricchi e Poveri.
Viva la musica !!!

sabato 13 marzo 2010

Promessa

La mia migliore amica si lamenta perchè non scrivo più. Ha ragione. Che dire. Anche io vorrei, ma un po' non trovo il tempo e un po' sto ancora cercando di sistemare tutte le mie cose. Lo so che nella vita non potrò mai mettere tutto a posto ma anche se vorrei è difficile per me ora riuscire a scrivere ed esprimere tutto quello che si muove dentro. Con la promessa di tornare presto ai bei vecchi tempi con tanti post, vi lascio una canzone: Per tutta la vita - Noemi. Emozionanti la musica e le parole e belle anche le immagini di questo video.