Era il 10 gennaio di 22 anni fa. Ore 21.00 circa. Un uomo esce dal suo posto di lavoro. Ha finito il turno ed è stanco, ma felice perchè sa che sta tornando a casa da sua moglie e dalle sue bambine.
Arrivato alla fermata dell'autobus, proprio mentre sta salendo sul marciapiede, viene investito da un furgone. Colpito alla testa dallo specchietto sporgente. Solo questo basta per farlo cadere a terra. Il conducente sbanda ancora e fugge. Lascia l'uomo a terra. Lui viene soccorso dai colleghi che hanno visto tutto da lontano, ma non basta. 18 giorni di agonia e di coma.
Basta questo per farlo morire. Ucciso da uno sconosciuto.
Era il 10 gennaio di 22 anni fa. La mia vita e quella della mia famiglia è cambiata per sempre. Tutto è cominciato o finito lì. Non ho mai smesso di chiedermi perchè. Perchè proprio lui. Perchè proprio a me. Perchè il conducente è scappato via. Poteva forse rimanere. Lui sarebbe morto comunque, ma forse io saprei il perchè. Perchè il conducente era ubriaco. Perchè era stanco. O forse disperato.
Era il 10 gennaio di 22 anni fa. Io avevo 13 anni. Ore 07.30 am. Mio padre mi accompagna alla fermata dell'autobus per andare a scuola.
E' l'ultima volta che l'ho visto. Vivo.
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