lunedì 5 novembre 2007

Padre e figlia

Ieri ho fatto una cosa importante. Mi correggo. Ieri ho aiutato un'amica a fare una cosa molto importante. Dopo molti anni di silenzio, la mia amica e suo padre si sono incontrati di nuovo. Niente tragedia. Niente lacrime. Un incontro semplice. Un po' di imbarazzo, quasi di timidezza. Ma gli occhi si incontrano furtivi. Si studiano i nuovi tratti dell'uno come dell'altra. Le domande sono di rito, ma piene di significati e di frasi non dette. Le parole sono cariche di amore trattenuto per troppo tempo.
Solo dopo qualche ora lui (il papà) ha il coraggio di fare un buffetto alla figlia. Si fa coraggio e aggiunge una carezza.
Sono stata felice per questa intensa e dolce giornata. Vedere un padre e una figlia che si incontrano di nuovo, che ricominciano da dove avevano lasciato, per fortuna senza rimorsi e senza rancori, è stato davvero speciale.
Per me è sempre speciale: io mio padre l'ho perso che avevo 13 anni. E, ovvio, non ci sono possibilità di recupero per me: la morte non lo include tra le sue possibilità. Forse è per questo che oggi sono malinconica. Non triste. Non potrei dopo il miracolo di ieri. Ma malinconica sì.
Mi tornano in mente i ricordi che ho di mio padre. Il viso e le mani. Gli occhi azzurri e splendidi. Lui sì che era il mio principe azzurro. Immagino a come sarebbe stata la mia vita, se fosse proseguita con lui accanto. Cerco di immaginare a come sarebbe oggi. La sua pacatezza e la sua bontà. il suo coraggio. Era un uomo buono mio padre. Buono davvero. Di quelli che pochi ce ne sono al mondo.
Penso a lui e a mia madre insieme, oggi.
Forse è vero che le cose non accadono mai per caso. Se mio padre fosse stato ancora vivo, sarebbe morto di dolore nel vedere mia madre sofferente per la sua grave malattia. Non credo che il suo cuore avrebbe resistito nel vederla come è oggi.
Passerà questa malinconia. Rimarrà solo la dolcezza dei ricordi.

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