giovedì 6 settembre 2007

Ieri. Alla stazione

Ti ho visto ieri alla stazione. Ti sei avvicinato camminando lentamente. No, non per farmi attendere ancora, ma per gustare quel momento per te inaspettato. Per riprendere fiato. C'è stato un istante di timore. Hai forse avuto paura che la tua presenza potesse turbare il mio piccolo angelo. E, invece, come se ti conoscesse da sempre, lei ti ha parlato. Senza quasi salutarti, come se aspettasse quel momento da molto e non ci fosse più voglia di attesa e di convenevoli inutili. Lei ha parlato e risposto in modo semplice. Così naturale che ho avuto l'impressione che ti parlasse da sempre.
Mi ha ricordato il nostro primo incontro. Anche per noi, quel giorno, i saluti sono stati rapidi, quasi superflui. Abbiamo cominciato immediatamente a raccontarci le nostre vite. Come due persone che si conoscono da sempre, ma non si sono viste per tanto tempo. Troppo. E allora la voglia di far partecipe l'altro di tutto quello che ha perso della nostra vita è così tanta che ci sommergiamo di parole. I discorsi diventano fluidi. Morbidi. Il cuore si apre come per magia e tutto diventa facile. E' accaduto a noi quel giorno. E' accaduto a voi ieri.
E' stato speciale.
L'ho visto nei tuoi e nei suoi occhi.
L'ho sentito nel mio cuore.

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