mercoledì 16 dicembre 2009

Il corpo sa tutto

Sono svenuta.
Qualche giorno fa sull'autobus nr 80 Express. O meglio, mi sono sentita male sull'autobus. Mi sentivo stretta e costretta dalla calca che c'era. In questi giorni di follia "pre-natale", sembra che la gente venga vomitata, all'improvviso, per le strade e poi inghiottita dai negozi e dalla metropolitana e dagli autobus. Ma non divaghiamo.
Insomma, mi rendo conto che sto per svenire e invece di chiedere aiuto decido di scendere alla fermata. Nella poca luce che vedo in fondo al tunnel buio che omai oscura la vista intravedo le porte che si aprono. E scendo.
Sono certa che è solo l'aria che mi manca. Ma la boccata gelida che entra nei polmoni e rinfresca il viso non basta. Il buio non si dilegua e questo mi spiazza.
Io sono stoica. Per natura, forse. Per educazione, probabile. Per stupidità, quasi certamente.
Non chiedo aiuto.
Mi avvicino (credo barcollando) ad uno dei negozi di antiquariato di fronte alla fermata. Mi appoggio alla porta, ma non si apre. Mi basterebbe qualche secondo seduta e sarei salva.
Perchè non ho chiesto di farmi sedere sul bus? Sono stoica io.
Busso. Ma niente. Ecco sale il panico. Non basta essere forti. Non serve razionalizzare.
Il cerchio scuro si chiude. Sparisce la lucina che era rimasta in fondo e svengo.
Finalmente.
Mi riprendo in pochi secondi. Scossa dal suono ovattato di una voce che mi chiede se mi sento male. Sì. Sono sdraiata per terra. Sono svenuta. Ovvio che mi sento male. Quando mi rendo conto che il vecchietto è in ansia mi tiro su. Seduta. La mia prima preoccupazione è tranquillizzarlo. Non serve l'ambulanza-sto bene-ora vado a casa. Ma non mi lazo. Mi fa male la testa. Ho sbattuto per terra. Arriva il ghiaccio preso al bar accanto. Arriva l'ambulanza. Firmo per andare a casa. Non ci vado al pronto soccorso. Saluto e ringrazio chi ha avuto cura di me per pochi minuti. Chi non mi ha scambiata per una sbandata lasciandomi in terra con la sua indefferenza. Vado a casa.
Finalmente al sicuro della tana valuto il danno.
La testa fa male e tanto. Lo stomaco fa i capricci. Le idee sono confuse. L'orgoglio è ferito. Non solo perchè non ce l'ho fatta a tenere tutto sotto controllo, ma perchè ho perso conoscenza. Ho perso coscienza. Di me. Di me stessa. E poichè il corpo sa tutto, questo è un segnale per dirmi che lui mi può disubbidire perchè senza coscienza di sé e senza conoscenza di sé stessi noi non esistiamo.
Il mio corpo, qualche giorno fa, mi ha detto che io non esisto. Mi sono annullata negli impegni quotidiani, nel lavoro e in My Joy. Impegnando ogni istante a cancellare un pezzetto di me. Ogni scusa è buona per rinunciare a qualcosa che sia solo per me. Che dia voce e concretezza ai miei desideri, corpo ai miei sentimenti, vita ai miei sogni. La paura di essere felice o anche solo di soddisfare me stessa è stata più forte. Come dice Vasco "se hai bisogno di una scusa, io ne ho tante, te ne posso dare una". Io non ne ho tante. Ne ho alcune e una molto forte. My Joy mi tiene al mondo, ma io a volte la uso per proteggermi da tutto. I figli sono la scusa socialmente maglio accettata di questo mondo. Se non esco perchè non ho trovato chi mi tiene My Joy, se non vado in palestra o a correre perchè non voglio togliere altro tempo a lei, se riununcio a tante cose per lei posso essere solo una brava madre. Il resto non conta per la società e allora il problema non esiste.
Ma ignoriamo spesso che il corpo sa tutto e, quando usiamo la nostra mente contro di noi, il corpo provvede a mandarci segnali più o meno forti.
Il mio mi ha detto che per lui non esisto. Non posso dargli torto. E su questo dovrò lavorare un po'.
Un consiglio di lettura: Il corpo sa tutto di Banana Yoshimoto.

Nessun commento: