giovedì 2 agosto 2007

Racconti d'estate 4 - Vampiri e farfalle

Dopo il caldo torrido dei giorni scorsi, la temperatura serale si è fatta più gradevole. Nonostante questo, è ancora necessario tenere la finestra aperta. La serata è andata bene: cena tra amiche e tante chiacchiere. Sarà stata la cena abbondante (rigorosamente preparata da me), sarà stato il vino fresco e gradevole, l'ora tarda e gli argomenti trattati, di cui ad un certo punto abbiamo perso il controllo, ma non riesco proprio a prendere sonno. Mi giro e rigiro nel letto. Non è il caldo: la finestra aperta lascia entrare una brezza fresca e gradevole. Spengo la tv, tanto non mi aiuta. Piano piano riesco a scivolare in una specie di dormiveglia, dove tutto è sogno, ma sembra realtà. In questo stato di assopimento i pensieri frullano in testa e si confondono, si trasformano in altri pensieri: cambiano i fatti e i personaggi, cambiano gli stati d'animo e la percezione del vero si fa più confusa.
All'improvviso mi sembra di sentire un rumore. Sono distratta dal turbinio mentale e capirne la provenienza e la natura è impossibile. Penso allora di essermi sbagliata. La finestra della camera da sulla strada. Potrebbe essere stato chiunque. O, qualunque cosa. Un auto. Un barbone. Un gatto. Di nuovo. Un fruscio, forse. Sì ma da dove. Vorrei capire meglio, ma, adesso che sono sulla via del sonno, non voglio interrompere la magia. Non voglio svegliarmi.
Di nuovo. Adesso ho un sussulto. Sono sveglia. Al terzo tentativo era prevedibile.
Apro gli occhi. Mi bruciano un po'. Con l'aiuto della luce dei lampioni accesi in strada, cerco di scrutare la stanza. Niente, ma il rumore si sente sempre e viene dall'interno della casa. Sono sola e non ho molte alternative. Mi faccio coraggio e mi alzo dal letto per andare a controllare.
In genere le tenebre hanno il potere di amplificare e modificare la realtà. Un piccolo rumore, un rubinetto che gocciola, un vicino che gironzola per casa insonne possono diventare incubi.
Comunque, vado. Accendo le luci. Prima all'ingresso e poi in salotto. Niente. Poi la stanza degli ospiti. Il ripostiglio. I bagni. Prima uno e poi l'altro. Niente. Spengo tutto e torno verso la mia stanza da letto. Proprio quando mi sto per sdraiare di nuovo, un altro rumore alle spalle. Un'ombra. Ma non ho il tempo di girarmi. Mi sento afferrare per un braccio. Faccio un mezzo giro e cado sul letto. Cerco di divincolarmi, mi oppongo ma è più forte. Sento qualcosa che affonda nel collo. Un dolore acuto. Sono denti. E' un vampiro. Ma è possibile? Sento ancora un affondo. Faccio ancora un tentativo di fuga, ma è inutile. Adesso mi sento debole. Mi mancano le forze e mi lascio andare. E' come addormentarsi. Cado in un sonno profondo.

Ore 07.00am: un rumore forte mi fa sobbalzare. E' la sveglia che mi dice che è ora di andare a lavoro. D'improvviso mi viene alla mente quanto è accaduto stanotte. Spio intorno ma non c'è nessuno. D'istinto mi porto la mano al collo. Non c'è niente. Niente ferite. Niente sangue. Poco più in là, morta sul letto una falena. Forse ho lottato con lei stanotte ed io ho avuto la meglio. Che scema a pensare di essere stata aggredita da un vampiro.

Vado in bagno per la doccia. Mi guardo allo specchio per controllare se sono presentabile o meno. Sul collo, niente ferite, niente sangue. Ma due punti rossi. Come il segno di un morso. Non indago e mi butto sotto la doccia. Comincia una nuova giornata.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Non FUMARLA tutta te.....PASSALA!!!!

daylystory ha detto...

sì ti piacerebbe !!

Cangaceiro ha detto...

wow... che bel racconto e che bel modo di scrivere. Complimenti davvero!

Anonimo ha detto...

E' vero è un bel racconto, io lo pubblicherei su Caccia e Pesca