martedì 21 agosto 2007

Gli occhi di mia madre

Ieri sera ti ho vista. Come tante altre volte, ma con occhi diversi. Mentre parlavo con la persona che mia sorella ed io abbiamo scelto per prendersi cura di te, tu camminavi silenziosa per casa. Non c'è una meta per te. Passi dalla camera della nonna all'ingresso, dalla cucina al salotto. Poi di nuovo attraverso l'ingresso arrivi in camera tua e torni di nuovo indietro. Sei così silenziosa. A volte mi guardi. Apri la bocca come per dire qualcosa, ma il suono che esce ha un significato solo per me. Chi ci è vicino non ti può capire. Sei dimagrita molto. Sei più magra ogni volta che ti vedo. Mi chiedo se un giorno arriverò qui e sarai semplicemente sparita. Senza dolore. Senza rumore. Come adesso che continui a camminare. I vestiti che ti stanno larghi ti fanno sembrare ancora più minuta. Quel bel seno orgoglioso che avevi non si nota nemmeno più. Se non fossi certa che sei viva penserei di avere la visione di un fantasma. Sei quasi eterea.
I tuoi occhi.
I tuoi occhi, un tempo, all'inizio della malattia erano persi. Se li guardavo non sapevo dove mi avrebbero condotto. Forse, all'inizio, ti rendevi conto di quello che ti stava accadendo e la paura del vuoto che ti attendeva, disorientava la tua mente e i tuoi pensieri giravano senza fine e senza meta. Come fai tu adesso, mentre cammini fra le stanze di questa grande casa.
I tuoi occhi, adesso, sono più piccoli. Quando ero una bambina mi dicevi che ero nata con degli occhi molto belli e molto grandi. Che i miei occhi erano rimasti così ed io ci ero cresciuta intorno. I tuoi occhi sembrano essersi ridimensionati. Sono così piccoli, ma così intensi nel colore come nell'espressione. Parlano. Dicono le parole che tu non riesci più a dire. Muovono le tue mani e le parti del tuo corpo che la tua mente non riesce più a comandare. I tuoi occhi mi inchiodano. Come hanno sempre fatto. Ad un passato di dolore.
Il tuo e il mio, quando papà non c'è più stato.
Sei invecchiata in fretta. Sono cresciuta in fretta.
Mia figlia mi dice che se smetterò di mangiare tornerò bambina come lo è lei adesso. Lei mangerà tanto e diventerà grande, così lavorerà al posto mio e mi darà da mangiare con il cucchiaino, mentre sto seduta nel seggiolone.
Forse è quello che è accaduto a noi. Io sono cresciuta, anche se non mi sono mai nutrita molto. E tu sei diventata bambina. Non hai mai smesso di nutrirti, ma non hai più assaggiato la vita. Ti sei lasciata andare perchè la vita stessa ti aveva chiesto troppo. E quando hai pensato che le tue figlie potessero fare da sole sei andata via. Hai chiuso la porta della mente.
Noi, in realtà, avremmo avuto ancora bisogno di te. Delle tue alzate di testa, come dei tuoi consigli, del tuo amore come della tua follia.
Ma, guardando quegli occhi, so che se non fossi fuggita dalla realtà, un giorno la vita avrebbe spaccato il tuo cuore. E, quando guardo quegli occhi, non è necessario che tu dica nulla. So che mi vuoi bene e che sarai sempre con me.
Ti voglio bene, mamma.

2 commenti:

Cangaceiro ha detto...

Non ho parole davvero per esprimere l'emozione che mi hai fatto provare nel leggere queste parole. Qualsiasi parola adesso usassi, sarebbe a dir poco banale. Quindi preferisco non dire nulla, tranne che: grazie.

daylystory ha detto...

In realtà sono io che ringrazio te e le persone come te che, nonostante la lontananza e il fatto che non ci si conosca, mi fanno sentire che non sono sola.
Grazie. Davvero.