
Una giornata come tante. Cappuccino al bar e poi a lavoro. Senza sosta fino a ora pranzo. Giretto veloce tra i negozi del centro per schivare l'immagine dello schermo del pc che ti rimane incollata agli occhi anche quando l'hai spento.
Ancora un pomeriggio "de fuego" tra mail e quelle piccole cose o persone che sembrano fatte apposta per rovinarti una giornata.
Finalmente le 18. Anzi mancano 5 minuti quando Vale mi dice che la metro non funziona. Penso ad un pesce d'aprile anticipato e invece....è tutto vero. Mi faccio coraggio e penso che se arrivo a piedi fino a piazzale Flaminio riesco a prendere il primo bus verso casa. Non si può descrivere quello che ho trovato. Il piazzale invaso dai bus navetta che sostituiscono la metro rotta. Gente che si spinge e quasi si strappa i capelli per salire sul primo mezzo che passa, a volte senza nemmeno sapere dove si va. Accidenti!! Mi dico. Mi giro e dalle sbarre del cancello d'ingresso si vede un po' del verde di Villa Borghese. Penso: quasi quasi faccio un pezzo a piedi finchè non trovo una fermata meno affollata. Mi convinco e mi incammino. Cuffiette nelle orecchie con musica a tutto volume. Mi guardo intorno e mi abbraccia il verde della Villa. Da lontano si vede il Muro Torto invaso dalle auto in fila, ma la musica ha tolto l'audio al rombo dei motori, ai clacson e a tutto il rumore che c'è intorno. Prendo il ritmo e invece di cercare una fermata, anche quando esco dalla Villa continuo a camminare. Si perde il piacere del parco, delle aiuole e del prato. Degli alberi e del terreno sterrato sotto le scarpe. Ma è come camminare sulle nuvole. Si liberano le tensioni e si ammorbidisce il sorriso. Canticchio camminando. Non lo faccio mai. Io canto solo sotto la doccia. Mi dispaice per quelli che vedo schiacciati sui bus che mi passano accanto. Pigiati all'inverosimile. Mi rendo conto che non sono fortunati quanto me. Io tutto sommato qualche chilometro a piedi e arrivo a casa. Magari loro vivono molto più lontano e non hanno scelta. Quasi senza accorgermene arrivo a casa. A piedi. Tanta strada, garantisco. Non importa. La sensazione è meravigliosamente bella.
Entro in casa e il gatto mi guarda mentre si stiracchia e fa un gigantesco sbadiglio. Vuole convincermi che è stanco davvero.
E' la fine perfetta di una giornata qualunque.